Anno 2013
Anno XXXIX N°2
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I testi del Concilio Vaticano II sono accettabili nella loro quasi totalità?
“In molti punti gli eretici sono con la Chiesa, in qualche altro no; ma, a causa di questi pochi punti in cui si separano dalla Chiesa, non serve loro a nulla di essere con Essa in tutto il resto” (S. Augustinus, In Psal. 54, n. 19; PL 36, 641).
L’integrità della Fede
Durante e dopo la tempesta del Concilio Vaticano II furono molti gli scritti sulla sua opposizione alla Tradizione della Chiesa (card. Alfredo Ottaviani, card. Antonio Bacci, card. Arcadio Larraona, card. Giuseppe Siri, card. Ernesto Ruffini, sua ecc.za Dino Staffa, sua ecc.za Antonio de Castro Mayer, sua ecc.za Marcel Lefebvre, sua ecc.za Luigi Carli, mons. Klaus Gamber, dr. Arnaldo Xavier Vidigal Da Silveira, dr. Romano Amerio, dr. Michel Davies, mons. Francesco Spadafora, p. Cornelio Fabro, p. Michel Guérard des Lauriers, sino ai recenti studi di mons. Brunero Gherardini).
Questi eminenti teologi chiedevano di correggere o addirittura di abrogare gli errori e le ambiguità che avevano rilevate nei testi del Concilio e nella “Messa del Concilio” promulgata da Paolo VI nel 1969. Ma la risposta non è mai stata data a partire da Paolo VI sino a Benedetto XVI, che ha fatto della ermeneutica della continuità il suo cavallo di battaglia. Si è soltanto affermato senza provarlo che vi è continuità tra Vaticano II e Tradizione apostolica.
Anche l’ultimo grande teologo (Brunero Gherardini), che ha riproposto tali domande sul Concilio a papa Benedetto XVI dal 2009 al 2012, è rimasto senza nessuna risposta ed ha continuato a sospendere il suo assenso agli insegnamenti “pastorali” dubbi del Vaticano II.
Anno XXXIX N°1
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La legge antica e la legge evangelica secondo il concilio vaticano II e secondo la tradizione cattolica - 2a parte
La Nuova Legge è in primo luogo la grazia dello Spirito Santo ed in secondo luogo è la Legge scritta (S. Th., I-II, q. 106, a. 1)
San Tommaso inizia con la citazione di Geremia: “Ecco che verranno giorni ... ed Io [il Signore] stringerò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda una Nuova Alleanza” (XXXI, 31-33). Poi cita S. Paolo, che spiega così la profezia: “Questa sarà l'Alleanza che avrò stretto con la casa d'Israele dopo quei giorni: metterò la mia Legge nella loro mente e la scriverò nel loro cuore” (Ebr., VIII, 8 - 10).
L’Angelico sviluppa il dato rivelato affermando che ogni cosa è costituita dal suo elemento principale. Ora ciò che è principale nel Nuovo Testamento è la grazia dello Spirito Santo, derivante dalla Fede in Gesù Cristo. Perciò la Legge Nuova è principalmente la grazia dello Spirito Santo, concessa a coloro che credono in Gesù Cristo. S. Paolo, infatti, chiama Legge la grazia della Fede ['per Legem fidei'] (Rom., III, 27), ed in termini ancora più espliciti scrive: “La Legge dello Spirito di vita in Cristo Gesù mi liberò dalla Legge del peccato e della morte” (Rom., VIII, 2). Ecco perché S. Agostino insegna che “la Legge della Fede è stata scritta nel cuore dei fedeli, come la legge delle opere era stata scritta sulle tavole di pietra” (De Spiritu et littera, c. 24).