Papa Bergoglio e il fondamentalismo

Papa Bergoglio dal 26 novembre al 2 dicembre 2017 durante il suo difficile viaggio in Myanmar e Bangladesh ha avuto una serie di conversazioni con i Gesuiti, raccolte per intero e pubblicate da padre Antonio Spadaro sulla  Civiltà Cattolica (vol. IV, 201), di cui alcuni estratti sono stati pubblicati in anteprima sul Corriere della sera del 14 dicembre 2017.

In una delle missioni dei Gesuiti gli è stato chiesto come mai fosse possibile, in regioni piene di musulmani, prendersi cura di persone che hanno tendenze al fondamentalismo. Papa Bergoglio a questo problema non ha dato risposta, non si è pronunziato sul come cioè affrontare il fondamentalismo islamico, che sappiamo essere violento e sanguinario, ha piuttosto dirottato sulla tematica in sé del fondamentalismo religioso, centrato sul cristianesimo, meglio sul cattolicesimo:

«Guarda, di fondamentalismi ce ne sono dappertutto. E noi cattolici abbiamo “l’onore” di avere fondamentalisti tra i battezzati. Credo che sarebbe interessante se qualcuno di voi che si sta preparando alla laurea studiasse le radici del fondamentalismo. È un atteggiamento dell’anima che si erge a giudice degli altri e di chi condivide la sua religione. È un andare all’essenziale – pretendere di andare all’essenziale – della religione, ma ad un punto tale di dimenticarsi di ciò che è esistenziale. Dimentica le conseguenze. Gli atteggiamenti fondamentalisti prendono diverse forme, ma hanno il fondo comune di sottolineare molto l’ essenziale, negando l’esistenziale. Il fondamentalista nega la storia, nega la persona. E il fondamentalismo cristiano nega l’Incarnazione».

Papa Ratzinger: il fondamentalismo=fede ferma

Papa Ratzinger, in occasione della sua elezione a Romano Pontefice nel 2005, nel fare una panoramica sulla molteplicità di correnti ideologiche e dottrinali che attraversavano, travagliavano, allora come ora, la società moderna e agitano la stessa Cristianità, ne trasse la conclusione che ne risulta un imperioso imporsi del “relativismo” il quale alla fin fine non fa altro che porre al centro l’io individuale, con le sue esigenze ed il suo edonismo: «Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La “piccola barca” del pensiero di molti  cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’ individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’ agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’ astuzia che tende a trarre nell’errore (Ef.4,14).  Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettata come “fondamentalismo”. Mentre “il relativismo”, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi moderni. Si va costituendo una dittatura del ‘”relativismo”, che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie»[1].

Dunque in contrapposizione al relativismo una fede chiara, diciamo pure ferma, secondo il Credo della Chiesa – e si tratta delle verità essenziali della fede, cioè le verità dogmatiche e le verità rivelate – viene  definita, etichettata da papa Ratzinger come “fondamentalismo”. Di per sé il “fondamentalismo” in questa analisi risulta essere un valore assolutamente positivo, coerente con il Credo della propria religione cattolica, che implica una coerente testimonianza di vita e qualifica il ‘Cattolico’, seguace di Gesù Cristo, il Figlio vero di Dio, il Verbo di Dio il quale si è incarnato, Maestro e Crocifisso, capace di resistere ai relativismi che imperversano nella società postmoderna, e si affacciano sullo scenario della storia la quale muta continuamente.          

Papa Bergoglio, è evidente, lamentando la presenza di fondamentalisti” nell’ambito della religione cattolica, fa una analisi del fondamentalismo e lo definisce così: “un atteggiamento dell’anima che porta a giudicare gli altri, anche chi condivide la stessa religione”. Se nei “fondamentalisti” cattolici si rileva un atteggiamento critico, è evidente che sono state introdotte delle varianti nella fede cattolica. Per i cosiddetti “fondamentalisti”, invece, secondo papa Francesco “è un andare all’essenziale – pretendere di andare all’essenziale – della religione, ma al punto tale da dimenticarsi di ciò che è esistenziale”. Questa  definizione  si riferisce a tutti i fondamentalismi, sicché in pratica si mettono sullo stesso piano i fondamentalisti musulmani, violenti e sanguinari, con i fondamentalisti cristiani, che sanno amare il prossimo di vera carità. “Il fondamentalista – afferma Bergoglio – nega la storia, la persona. Il fondamentalismo cristiano nega l’Incarnazione”!  La fede dunque deve incentrarsi tutta sulla persona umana. Gesù stesso viene concepito come Modello di umanità, umanità sofferente e peregrinante, ignorando però le Verità di fede che ci ha rivelato in quanto Verbo di Dio. Eppure i “fondamentalisti” cattolici meriterebbero ben altra considerazione per la loro fedeltà al Credo cattolico, se non altro perché mantengono viva la Tradizione cattolica.   

I termini “essenziale” “esistenziale” hanno un valore filosofico teologico, che ha radici antiche ma sono da ricollegare ad un dibattito filosofico e religioso sviluppatosi soprattutto nel 1800, 1900. Pare che intorno a questi termini debba ben ruotare una re-interpretazione della fede e del Credo in chiave neomodernista.

Per ben realizzare la portata del dibattito attuale è  bene risalire ad un altro Sommo Pontefice, Pio XII, che nel 1950 con la enciclica Humani generis volle denunziare le moderne istanze innovatrici che già allora si agitavano nell’ambito della Chiesa Cattolica da parte degli ambienti intellettuali, che già meditavano una tensione a spostare l’asse in senso orizzontale, a favore delle esigenze dell’uomo, incontro ad una umanità in cammino nella storia, vagheggiando un irenismo compromissorio ed illusorio distaccato dal soprannaturale, lasciando le verità essenziali della fede in balìa del relativismo dogmatico.

Papa Pio XII le verità essenziali della divina rivelazione, immutabili ed eterne, le difende e le ribadisce nell’Humani Generis secondo la filosofia e teologia di San Tommaso, e per esse richiede fedeltà.

Pio XII, Humani generis: false opinioni che minacciano la dottrina cattolica[2]

Tra le false filosofie, evoluzionismo, idealismo, immanentismo, pragmatismo, viene denunziato anche “l’ esistenzialismo che, ripudiate le essenze immutabili delle cose, si preoccupa solo dell’esistenza dei singoli individui”. “Si aggiunge a ciò un falso storicismo, che si attiene solo agli eventi della vita umana e rovina le fondamenta di qualsiasi verità e legge assoluta sia nel campo della filosofia, sia in quello dei dogmi cristiani[3].

Si nota poi un altro pericolo e tanto più grave, perché si copre maggiormente con l’apparenza delle virtù. Molti… abbracciano una specie di  ‘irenismo’ che, omesse le questioni che dividono gli uomini,  cerca… di conciliare le opposte posizioni nello stesso campo dogmatico…. Alcuni infuocati da un impudente ‘irenismo’, sembrano ritenere un ostacolo al ristabilimento dell’unità fraterna quanto si fonda sulle leggi e sui princìpi stessi dati da Cristo o sulle istituzioni da lui fondate, o quanto costituisce la difesa e il sostegno dell’integrità della fede, crollate le quali, tutto viene unificato, ma soltanto nella comune rovina[4].

Dunque, secondo le false opinioni che minacciano la fede cattolica, esistenzialismo, storicismo, irenismo sono da privilegiare in funzione dell’uomo, ma a danno delle Verità essenziali, dogmatiche.

Per quanto riguarda  la teologia, alcuni intendono ridurre al massimo il significato dei dogmi…. Aggiungono che la storia dei dogmi consiste nell’esporre le varie forme di cui si è rivestita successivamente la verità rivelata, secondo le diverse dottrine e le diverse opinioni che sono sorte nei secoli... Da quanto abbiamo espresso è chiaro che queste tendenze non solo conducono al relativismo dogmatico, ma di fatto già lo contengono[5].

Fondamentale è la critica che viene fatta da questi innovatori neomodernisti alla filosofia e teologia scolastica:  “Vanno dicendo che questa nostra filosofia difende erroneamente l’opinione che si possa dare una metafisica vera in modo assoluto; mentre al contrario essi sostengono che le verità, specialmente quelle trascendenti, non possono venire espresse più convenientemente che per mezzo di dottrine disparate che si completano tra di loro, benché siano in certo modo l’una opposta all’altra. Perciò la filosofia scolastica può essere utile come preparazione allo studio della teologia scolastica molto bene adattata alla mentalità degli uomini medievali, ma non può darci un metodo ed un indirizzo filosofico che risponda alle necessità della nostra cultura moderna. Oppongono inoltre che la filosofia perenne non è che la filosofia delle essenze immutabili, mentre la mentalità moderna deve interessarsi alla  ‘esistenza’ dei singoli individui e della vita in sempre divenire”. In pratica si contesta che si possano conoscere le verità essenziali, che esprimono una metafisica vera in modo assoluto, ed è  perciò che si dichiara superata la filosofia e teologia scolastica. La mentalità moderna invece richiede che ci si debba interessare dei singoli individui, per comprendere ed assecondare le loro esigenze individuali in continuo divenire secondo l’evoluzione degli eventi della storia.

E però mentre disprezzano questa filosofia esaltano le altre, sia antiche che recenti, sia di popoli orientali che occidentali in modo che sembrano insinuare che tutte le filosofie o opinioni, con l’aggiunta di qualche correzione o complemento, si possono conciliare con il dogma cattolico. Ma nessun cristiano può dubitare di quanto ciò sia falso, specie quando si tratta di sistemi come l’ immanentismo, l’idealismo, il materialismo o anche l’esistenzialismo[6].

In pratica Pio XII già nel 1950 condanna queste tendenze intrinseche al mondo cattolico che mirano a relativizzare le verità dogmatiche per favorire la centralità dell’uomo protagonista della storia, a ricercare un irenismo che  trama a favore di una fraternità ma a discapito della divina volontà di Gesù Cristo, che, con la sua legge dalla Chiesa Cattolica custodita, risulta piuttosto essere un ostacolo. Anche la prospettiva neo-ecumenica già era meditata, sempre a discapito della purezza ed integrità della fede, anche se si parla di ‘filosofie’ e non  di ‘religioni’.

Il “superdogma” di papa Bergoglio

Papa Bergoglio in un momento successivo del dialogo fa riferimento a San Pedro Claver (1581-1654) e lo loda per aver vissuto ed aiutato i suoi fratelli che vivevano in una condizione di indigenza vergognosa. Ne fa un modello della sola condivisione con i diseredati, che propone ai Gesuiti in missione, e che altrettanto rispecchia il motivo essenziale della sua catechesi per questo nostro Occidente Europeo, che rischia di essere affetto da durezza di cuore, secondo il suo “superdogma  dell’ accoglienza”, come ama definirlo Aldo Maria Valli[7]. In effetti però il santo gesuita fu inviato tra gli schiavi afro americani ed egli visse sì in povertà tra  loro, ma non certo solo per alleviare i loro bisogni corporali,  bensì da vero apostolo di Gesù Cristo prima li istruì e poi li battezzò, il che  ha fatto di lui un santo! Ma Papa Bergoglio questo non lo dice, né lo ha in nessuna considerazione.

È evidente che a livello intellettuale c’è una opposizione molto chiara tra quello che è il magistero dei Pontefici nel giro di circa mezzo secolo tra Pio XII e Francesco I: il “pastorale” Concilio Vaticano II ha segnato il trionfo delle istanze neo moderniste denunziate, condannate e fronteggiate da Pio XII, ma oggigiorno assunte e messe in atto, tanto che la stessa identità della Chiesa Cattolica è messa alla prova.            

Come motivo intermedio tra queste due epoche storiche ci si può chiedere che fine abbia fatto la “piccola barca” dei “pochi” cristiani che  erano in balia dei relativismi denunziati da Benedetto XVI nel 2015: con il percorso che la Chiesa ha fatto nella storia questa ‘piccola barca’ attualmente ha superato i venti contrari dei relativismi dottrinali ed ideologici,  oppure è cresciuta a dismisura perché gli stessi membri della Chiesa Cattolica hanno ceduto al relativismo?

Un ulteriore annientamento della Tradizione cattolica?             

A conclusione del suo percorso di viaggio viene chiesto a Papa Francesco perché abbia voluto nominare Cardinale l’arcivescovo della capitale del Bangladesh, perché mai questa attenzione per una comunità cristiana così piccola. La sua risposta esprime la sua finalità ben chiara e mirata: “Non per dare consolazione a quelle piccole Chiese, quelle che crescono in periferia, ma per dare un chiaro messaggio: le piccole Chiese che crescono in periferia e sono senza ‘antiche Tradizioni Cattoliche’ oggi devono parlare alla Chiesa Universale, a tutta la Chiesa. Sento chiaramente che hanno qualcosa da insegnarci”. È dunque in programma un ulteriore superamento ed… annientamento della Tradizione Cattolica?

Attualmente solo Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra, può guidare la storia ed il popolo di Dio e condurre tutti al Figlio Suo. Lei dobbiamo pregare per noi tutti ed in primis per papa Francesco, come lui stesso insistentemente sempre richiede, ma invocando sempre la divina Misericordia.

                          Silvamarina

 

[1] J. Ratzinger, Omelia nella Messa ‘Pro eligendo Romano Pontifice’, 18 aprile 2005.

[2]  Pio XII, Humani generis,  False opinioni che minacciano la dottrina cattolica,  12 agosto 1950,  Enchiridion delle Encicliche, EDB 1995, pp. 628-661, nn. 701-743.

[3] Ibid., 706, 707.

[4] Ibid.,714, 711, 712.

[5] Ibid.,  714, 715, 716

[6] Ibid.,732.

[7] Aldo Maria Valli, Così la Chiesa finì, Liberilibri, pp.156.