Il Messaggio di papa Bergoglio per la “Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato”

Papa Francesco il 15 agosto del 2017 ha reso noto, con 5 mesi di anticipo, il Messaggio per la “Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato”, che sarà celebrata il 14 gennaio del 2018. Il testo può essere letto sul sito della S. Sede. Qui sono citati i passaggi più salienti con un commento alla luce della dottrina tradizionale della Chiesa.

«Accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Considerando lo scenario attuale – dice il Messaggio di papa Bergoglio – accogliere significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione. In tal senso è desiderabile un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare. […]. Il principio della centralità della persona umana […] ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale[1]. […]. In nome della dignità fondamentale di ogni persona umana, occorre sforzarsi di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati. […]. Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e bambine al momento della nascita. […]. Va riconosciuto il  giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa. […]. Tale processo può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e da percorsi di regolarizzazione».

Lo “jus soli”secondo Aristotele e S. Tommaso d’Aquino

Proprio in questi momenti in Italia si cerca di promulgare una legge, chiamata “jus soli”, la quale permetterebbe a chi nasce in Italia, anche se da genitori non italiani, di essere ipso facto cittadino italiano. Ora Aristotele (Politica, libro III, cap. 1, lezione 1) ripreso da S. Tommaso d’Aquino (S. Th., I-II, q. 104, a. 1) insegna che “si possono considerare come cittadini solo quelli che iniziarono ad essere presenti nella Nazione ospitante a partire dal loro nonno”. Infatti, se si accolgono indiscriminatamente tutti coloro che nascono in una Nazione, non avendo ancora essi un forte amore verso di essa, ciò potrebbe nuocere alla Nazione. Perciò possono essere considerati come cittadini integrati solo gli stranieri di terza generazione, cioè integrati nella Nazione a partire dal nonno. Ora in Italia ci ritroviamo invasi da alcuni milioni di musulmani, che non vogliono integrarsi e siccome l’Islam è una religione conquistatrice, forse, un giorno anche l’Italia potrebbe fare la fine dell’Iraq e della Siria.

 

Le previsioni del card. Biffi

Il cardinal Giacomo Biffi qualche tempo fa ha pubblicato due interessantissimi libretti (Islàm e Cristianesimo, 6 agosto 2000. La città di San Petronio nel terzo millennio, 12 settembre 2000) ed è stato uno dei primi ad aver scritto che il problema della migrazione di massa d’interi popoli musulmani (che non vogliono rinunciare alle loro tradizioni, anzi vogliono imporle) in Europa e in Italia è molto grave, drammatico e reale. Occorre, perciò, affrontarlo con realismo e coraggio.

Questa non è arabo-fobia, provocata dalla guerra bushista (2003) contro l’Iraq, poi (2011) contro la Tunisia, la Libia e l’Egitto e da quella israeliana contro la Palestina ed oggi la Siria (2012-2013), cioè contro i Paesi arabi laici e non teocratici, con il risultato di mandare al potere gli integralisti sciiti in Iraq, di rafforzare, dopo averla creata, Hamas in Palestina e di installare regimi di guerriglieri integralisti negli altri Paesi succitati.

L’Europa e l’Italia non sono diventate un deserto – continua il porporato – senza storia né tradizione, da popolare indiscriminatamente, senza rispettare il loro patrimonio culturale e spirituale che non deve andar smarrito, ma non è difeso proprio da coloro che dovrebbero farlo (i Governanti e i Chierici).

L’ebraismo in Israele è esclusivista e non vuole mescolarsi con gli arabi (come scrive Sergio Romano), mentre in Europa spinge alla società multi religiosa-etnica e culturale. Nel 1951 il rabbino capo di Roma, Elio Toaff, chiese al Campidoglio di costruire gratuitamente una moschea nella Città santa del cattolicesimo[2], cosa che si è realizzata nel 1993, mentre in Israele ciò sarebbe impensabile[3]. Mi sembra – pertanto – lecito domandarsi: tale “migrazione” o meglio invasione musulmana dell’Italia e dell’Europa da chi è stata chiesta, voluta e pianificata? E chi – supinamente – l’ha accettata?

Se i musulmani, continua Biffi, vogliono restare estranei e diversi per farci diventare come loro ed imporre l’Islàm dobbiamo difenderci. Il cardinale conclude: l’Europa o ridiventerà sinceramente e profondamente cristiana, o diverrà musulmana. Se non recupera le sue radici e la sua linfa non reggerà all’ assalto. Solo la riscoperta del cristianesimo e la resurrezione della Cristianità potrà farci resistere all’attacco che (scriveva nel 2000 Biffi) non mancherà, e oggi è in atto sotto gli occhi di tutti. Speriamo che la drammaticità della situazione risvegli la sana ragione e la Fede, che sono obnubilate dai Governanti e dai Pastori.

Purtroppo dobbiamo costatare (e “contro il fatto non vale l’ argomento”) che il massimo teorico ed operatore della società multi-razziale culturale e religiosa (arrivando persino a baciare il Corano in pubblico) è stato Giovanni Paolo II, con la teoria dell’accoglienza indiscriminata anche degli irregolari (o clandestini fuori della legge), continuata da Benedetto XVI e soprattutto da Francesco I.

 

  1. Tommaso d’Aquino e la natura dell’Islam

Il Dottore Angelico nella Summa contra Gentiles (lib. I, cap. 6) scrive: “Maometto, allettò i popoli con la promessa di piaceri carnali. Inoltre diede precetti conformi a queste promesse, sciogliendo le briglie alle passioni sensuali, in cui è facile farsi obbedire dagli uomini carnali. Inoltre le verità che egli insegnò sono mescolate a favole e a dottrine false. […]. Disse anche di essere stato inviato con la potenza delle armi. Inoltre a lui credettero inizialmente uomini rozzi e abitanti nei deserti e servendosi poi del loro numero, egli costrinse gli altri ad accettare la sua legge con la forza delle armi. Per di più egli guasta gli insegnamenti del Vecchio e del Nuovo Testamento con racconti inverosimili. […]. Quindi è evidente che coloro che credono in lui compiono un atto di leggerezza”.

 

La costruzione del “Nuovo Ordine Mondiale” richiede la fine della “Vecchia Europa”

A partire dalla collocazione nel 1990 della prima pietra, come disse allora Bush senjor, per la costruzione definitiva del “Nuovo Ordine Mondiale”, che prevedeva l’ invasione americana dell’Iraq di Saddam Hussein (1990/2003), sino al  tentativo di Barak Obama di occupare anche la Siria di Assad (2011-2015), passando per le “primavere arabe” (Egitto, Tunisia e Libia), milioni di immigrati soprattutto islamisti hanno lasciato l’Africa Mediterranea, il Vicino e Medio Oriente per installarsi in Europa, e in primis in Italia attraversando il Mediterraneo, o nel nord Europa, e specialmente in Germania, passando attraverso i Balcani. Perciò, negli ultimi 5 anni, non solo le nostre metropoli sono state invase dagli islamisti, ma anche nelle cittadine e nei paesetti oramai si sente parlare sempre più raramente l’italiano e si ascoltano le varie “melodie” della lingua araba.

Negli anni Ottanta l’Italia subì l’irruzione dei Polacchi, grazie a Giovanni Paolo II, poi venne la volta degli Albanesi e dei Rumeni, ora tocca agli Arabi e agli Africani nella maggior parte islamici, molto ben voluti da Francesco I, uno dei grandi architetti  della costruzione finale del “Nuovo Ordine Mondiale”.

 

Che fare per reagire all’ immigrazione o occupazione selvaggia?

Di fronte a quest’invasione attuale da parte di varie popolazioni di confessione islamista, che ci sono ostili per motivi culturali e religiosi, che cosa si può fare dal punto di vista umano, sociale e politico? Ammesso e non concesso che si possa umanamente fare ancora qualcosa.

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[1]Secondo il Diritto naturale, invece, il bene comune è da anteporsi al bene del singolo o di una parte.

[2] Lo stesso Elio Toaff lo racconta nella sua autobiografia Da Perfidi giudei a Fratelli maggiori, Milano, Mondadori, 1987.

[3]Per esempio, un militare israeliano ha ucciso, il 21 giugno 2013, con una raffica di mitra, al Muro del Pianto un  palestinese che aveva gridato: “Allah è grande”.