Dedicato ai Sacerdoti nell’anno del Sacerdozio cattolico
RICORDO DEL SANTO CURATO D’ARS

Un’iniziativa molto opportuna, ma non da tutti bene accettata

Il 9 agosto di quest’anno 2009 cadeva il 150° anniversario di S. Giovanni Maria Vianney, Confessore, meglio noto come “il Santo Curato d’Ars”. Nel giugno precedente, il Santo Padre aveva indetto un “anno del sacerdozio cattolico”, ponendolo sotto l’ègida del Santo Curato. Nella lettera apostolica del 16 giugno nella quale proclamava l’inizio di questo speciale anno, il Pontefice dichiarava rivolto a tutti i sacerdoti: “invochiamo dal Signore Gesù la grazia di riuscire anche noi ad apprendere il

metodo pastorale di Giovanni Maria Vianney”[1]. Questo “metodo” si fondava su di una cosa sola: la santità, la santità della vita quotidiana del sacerdote! La santità e la fede, poiché la prima non può essere senza la seconda. Il Santo Curato d’Ars, dichiarato da S. Pio X intercessore per il clero francese nel 1905 e vent’anni dopo da Pio XI “patrono dei sacerdoti” di tutto l’orbe cattolico, viene quindi molto opportunamente additato dal Papa, in questi tempi di grave crisi di identità dei sacerdoti, quale esempio e modello per i sacerdoti stessi e per tutta la Chiesa, fedeli compresi.

Riportano le cronache che non tutta la Gerarchia si è mostrata entusiasta dell’esortazione papale. Oggi, si è fatto capire con singolare ragionamento, il “presbitero” deve essere nel mondo, vivere nel mondo, essere “aperto” alle sue istanze, non può certo isolarsi e darsi (egoisticamente) alla pratica della santità, come ha fatto Giovanni Maria Vianney! Per quella parte della Gerarchia, che impronta la sua missione alle infauste “aperture al mondo” proposte dal Vaticano II ed attuate nel modo che sappiamo dal Post-concilio, il “curato d’Ars” non può evidentemente rappresentare un modello da seguire, né per la sua vita di dura ed autoimposta penitenza né per il tipo di “messaggio” che egli diffondeva, trattandosi di un “messaggio” che conteneva tutte le tradizionali verità del Cristianesimo, senza nessuna concessione agli pseudo-valori nei quali crede il mondo.

La vita e la personalità del Santo Curato d’Ars

Ma chi era S. Giovanni Maria Vianney? Così lo ricordava ai fedeli, con poche e schiette parole, un’ edizione del 1960 del Messale Romano (quello del Rito Romano Antico, impropriamente noto come “Tridentino”): “S. Giovanni Maria Vianney nacque l’8 maggio 1786 a Dardilly nella diocesi di Lione. Ancor fanciullo si mostrò piccolo apostolo fra i pastorelli che custodivano con lui il gregge, ed ebbe per i poveri una generosità singolare, pur essendo egli poverissimo. Di tardo ingegno, trovò difficoltà gravissime negli studi, che iniziò dapprima sotto la guida del parroco di Ecully. Ordinato sacerdote per la sua santità più che per il suo sapere, fu per tre anni vicario di Ecully, poi passò parroco di Ars, piccolo paese, assai indifferente nei doveri religiosi. Con aspre penitenze, incominciò a punire in sé i peccati del suo popolo; poi gradatamente riuscì ad imporsi con la vita esemplare. Divenne consigliere di tutta la Francia ed anche dell’ Europa e dell’America; fu vero martire della confessione, a cui attendeva per circa 18 ore al giorno.

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[1] Kirchliche Umschau[Panoramica sulla Chiesa], 12 (2009) 4, p. 14; 15-17; e n. 7/8, p. 5.