LA LEZIONE DI SANTA GIOVANNA ANTIDA THOURET AI CATTOLICI D’OGGI

È il gennaio 1797. Dell’Istituto di San Vincenzo de’ Paoli non resta nulla: la Rivoluzione ha distrutto la Chiesa francese, ma non la fede. Le suore tuttavia sono disperse per tutta la Francia.

Suor Giovanna Antida Thouret (1765–1826), novizia delle Figlie della Carità a Parigi, era tornata dapprima al paese natale, Sancey–le–Long, nella Franca Contea, e da lì era stata costretta alla fuga, prima in Svizzera e poi in Baviera, al seguito delle suore del Ritiro Cristiano (cui apparteneva la sorella Giovanna Barbara) e del suo fondatore, il padre Receveur.

Ora si trova a Wiesent, in Baviera, Giovanna Barbara si è spenta il 23 dicembre 1797 e l’anima di Giovanna Antida cade nello scoraggiamento. Ella desidera, nonostante tutto, essere una Figlia della Carità. Apre il cuore al confessore, Padre Giovanni, e questi comprende che la vocazione della sua penitente la chiama altrove e le consiglia di partire senza attendere il ritorno di p. Receveur.

“Ma come avrebbe fatto l’antica Figlia di San Vincenzo de’ Paoli a ritornare al suo stato di prima? Il Padre Giovanni non ne sapeva niente, e lei meno ancora; Dio vi avrebbe pensato. In circostanze tanto difficili, conveniva seguire unicamente i richiami della fede”[1].

Suor Thouret parte il lunedì della Quasimodo del 1797. Lascia questo biglietto alla Superiora: “Io vi lascio per andare a compiere la Volontà di Dio”. Ma come questa si concretizzerà le è assolutamente ignoto.

Vestita come un’umile contadina, il capo coperto da un fazzoletto, senza denaro, né passaporto, senza conoscere la lingua, ella si mette in cammino: ha per compagnia solo il suo angelo custode. Ed egli la guida in un viaggio in cui incontrerà, al momento giusto, chi la Provvidenza ha deciso debba incontrare, giorno per giorno. Rientrerà in Francia ma dovrà ancora attendere lunghi mesi di nascondimento a Sancey–le–Long: solo nel febbraio 1799 padre De Chaffoy, incontrato durante l’avventuroso viaggio dalla Baviera, la chiamerà a Besançon per fondare, finalmente, un Istituto per l’istruzione della gioventù e per l’assistenza dei malati poveri. Saranno le Suore della Carità di Besançon, soprannominate dal popolo le suore del brodo e delle piccole scuole.

In pochi anni l’Istituto fiorisce e si aprono case non solo in Francia ma anche in Svizzera e in Italia. Esso viene approvato da papa Pio VII nel 1819, con l’esenzione dalla giurisdizione vescovile.

Proprio questo è causa di un durissimo scontro coll’arcivescovo di Besançon, mons. Gabriel Cortois de Pressigny, e con lo stesso Mons. De Chaffoy: il vero motivo di tutto ciò risiede nel gallicanesimo di entrambi che mal digerisce il dettato romano. Madre Thouret supplica l’arcivescovo, riceve sostegno da Pio VII che la riceve con grande benevolenza ma, mentre è in Italia, a Besançon, nell’aprile 1820 viene deposta, e con lei le sue antiche consigliere. È un colpo di stato. Ogni tentativo di pacificazione è vano: la Santa viene allontanata dall’Istituto che ha fondato e le viene intimato di non presentarsi in nessuna casa della diocesi di Besançon. L’opposizione dell’arcivescovo e di mons. De Chaffoy verso madre Thouret è invincibile e a nulla vale l’appoggio del Nunzio a Parigi. Ella segue le sue raccomandazioni e torna in Italia, a Napoli.

Qui, col cuore sanguinante ma tutto di Dio, continua la sua opera al monastero Regina Coeli e all’Ospedale degli Incurabili, opera che le vale l’ammirazione del popolo partenopeo. A tal punto che Santa Giovanna Antida Thouret è una dei 52 santi patroni di Napoli. Poco importa ai santi se la riforma liturgica di Paolo VI li ha soppressi, lasciandone solo 3...

Madre Thouret morirà a Napoli il 24 agosto 1826: il suo corpo è esposto alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Santa Maria Regina Coeli nel quartiere Della Vittoria a Napoli.

Cosa insegna Santa Giovanna Antida Thouret ai cristiani d’oggi? Anzitutto il completo affidamento a Dio. Nella sua vita ella seguì in ogni momento la volontà di Dio, anche contro l’umana prudenza. Quella donna di campagna, risoluta e dallo sguardo penetrante, cercava solo Dio e nulla a Lui anteponeva.

Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare (Sal. 46, 3). Ecco la cifra della vita di Santa Giovanna Antida: ella ha svolto l’opera di Dio nonostante la Rivoluzione, il Terrore, la persecuzione. Anzi a maggior ragione.

Del resto questo hanno fatto tutti i santi, dagli Apostoli in poi. Senza venire a patti con le umane convenienze e rispetti. Esercitando la prudenza, ma quella soprannaturale, non quella che nasconde, sotto un velo di saggezza, la pusillanimità.

A ciascuno il compito di fare i debiti confronti, a livello personale ed ecclesiale.

Qui si parrà la nostra nobilitate.

 Caterina

 

[1] Trochu F., Santa Giovanna Antida Thouret, Ancora, 1961, pag.130