500 anni di Luteranesimo - Il vero volto del “profeta del XVI secolo”

Don Jean-Michel Gleize ha scritto un bel libro intitolato Il vero volto di Lutero (Albano Laziale, Edizioni Piane, 2017[1]). L’Autore espone la dottrina e narra la vita dell’eresiarca tedesco in maniera molto esatta, acuta, teologicamente corretta e storicamente fedele.

 

I Parte - La Vita Di Lutero

Infanzia e giovinezza

Nella prima parte del libro (pp. 21-82) l’Autore tratta della vita di Martin Lutero, nato il 10 novembre 1483 a Eisleben, in Sassonia, e morto nel 1546. Martin si iscrisse all’Università di Erfurt dove studiò la filosofia nominalista fortemente influenzata da Guglielmo Occam. Nel 1505 Lutero raggiunse il grado accademico di “Maestro in filosofia” (cfr. L. Cristiani, Du Luthéranisme au Protestantisme, Parigi, Bloud, 1911). 

 

La “vocazione”

Secondo don Gleize (op. cit., p. 22) l’anno 1505 è fondamentale nella vita del monaco tedesco poiché egli fece un voto imprudente, in séguito ad un temporale - durante il quale (2 luglio 1505) un fulmine aveva ucciso un suo amico, che camminava accanto a lui ed aveva risparmiato lui, per un soffio - ed entrò, così, in convento appena 15 giorni dopo (17 luglio 1505) presso i monaci agostiniani di Erfurt e venne ordinato sacerdote il 3 aprile 1507 (neppure 2 anni dopo l’incidente del fulmine) a 24 anni. Lutero studiò teologia solo dopo l’ordinazione sacerdotale e solo per 18 mesi, dopo di che fu nominato professore all’Università di Wittemberg nell’autunno del 1508.

 

Agostiniani osservanti e rilassati

Nel 1510 Lutero andò a Roma per cercare di ricomporre una lite avvenuta nel suo Ordine che aveva spaccato in 2 gli Agostiniani divisi tra “osservanti” e “conventuali” (restii all’osservanza della Regola). Lutero inizialmente stette con gli “osservanti”, ma non riuscì a riportare una vittoria e fu così che si allineò con i “conventuali” ossia i rilassati, che divennero presto la maggioranza la quale trascinò dietro a sé tutto l’Ordine (cfr. H. S. Denifle, Luther et le Luthéranisme, tr. fr., Parigi, 1905, 4 voll.; J. Paquier., Luther, in Dictionnaire de Théologie Catholique, Parigi, 1903-1972, vol. IX, 1a parte, col. 1146-1335[2]).

La morte

A 63 anni Lutero passò a Eisleben, verso sera avvertì una certa oppressione al petto, salì in camera da letto e morì durante la notte.

Qualcuno ha detto che Lutero si sarebbe impiccato ad una colonna del baldacchino del letto, ma la versione è dubbia (cfr. A. Fliche – V. Martin, Storia della Chiesa, Torino, Saie, 1960, tomo XVI, pp. 102 ss.).

 

Personalità di Lutero

Lutero aveva una personalità dotata di natura focosa e malinconica, soggetta a notevoli sbalzi di umore. Certamente Lutero aveva un’anima angosciata, “frutto del suo temperamento squilibrato ed esasperato dalle sue ossessioni. […]. Lutero viveva in una tristezza cronica” (J.-M. Gleize, op cit., p. 27).

 

Lutero “Profeta del XVI secolo”

Secondo don Gleize “Lutero si considera incaricato di una missione” (cit., p. 28), la missione è quella di essere il “Profeta” della nuova Chiesa spirituale, non più fondata sulla Gerarchia e sul Papato, ma sulla santità. Si può, quindi, definire Lutero “Il Profeta del XVI secolo”. Egli infatti ha cambiato (in peggio) il mondo moderno, che dal punto di vista filosofico con Cartesio (†1650) ha messo il pensiero dell’uomo al posto di Dio Creatore: “Cogito ergo sum”. Il frate tedesco, in campo religioso, ha introdotto la medesima rivoluzione soggettivistica e individualistica, per cui ha messo il “Libero esame” di ogni individuo al posto della Tradizione apostolica e del Magistero ecclesiastico nell’ interpretazione della S. Scrittura: “Sola Scriptura”.

 

Commento luterano all’ Epistola ai Romani di S. Paolo

La dottrina ereticale luterana sulla giustificazione per la Sola Fides e sul peccato originale fu composta da Lutero tra il 1515 e il 1516 quando tenne un corso sull’Epistola ai Romani di San Paolo.

 

Le 95 Tesi luterane

Il 31 ottobre del 1517 Lutero affisse alla porta principale della cappella del castello di Wittemberg un opuscolo contenente 95 Tesi sulle indulgenze. A partire da quel giorno Lutero divenne improvvisamente un eroe nazionale. Uno sviluppo così rapido e repentino è paragonabile solo a quello dell’islam dopo soli 10 anni dalla morte di Maometto (cfr. J. Paquier, cit., col. 1152).

 

I Papi rinascimentali

Certamente nella rivolta luterana ebbe un certo peso anche la responsabilità di molti uomini di Chiesa, che in epoca rinascimentale avevano assorbito il veleno dell’ Umanesimo, dell’immoralità del naturalismo neopagano e soprattutto del cabalismo giudaizzante. Occorre sempre distinguere tra gli uomini di Chiesa e la funzione giuridica che esercitano; essi restano sempre uomini anche se fossero chiamati ad esercitare la più alta autorità nella Chiesa (cfr. Leone XIII, Lettere Depuis le jour, 8 settembre 1899; Pio X, Enciclica Edita saepe, 26 maggio 1910; Pio XI, Enciclica Ecclesiam Dei, 12 novembre 1923; Pio XII, Enciclica Mystici Corporis, 20 luglio 1943), come Giuda, che quanto all’essere era “Apostolo di Cristo”, ma quanto all’agire era “un diavolo” (Giov., VI, 71-72) in quanto traditore di Gesù.

Si può ritenere che il protestantesimo sia stato il castigo della condotta rilassata e naturalista di quest’epoca, che aveva infettato non pochi sacerdoti, religiosi e perfino alti prelati e Papi (cfr. L. von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medioevo, vol. IV; Storia dei Papi nel periodo del Rinascimento, t. II, Roma, Desclée, 1912). Dio da ogni male sa suscitare un bene maggiore e così dal flagello luterano fece sorgere la sana Controriforma tridentina (Concilio di Trento, 1545-1563) ricca di teologia, di santità, di arte e di cultura integralmente cattolico-romana.

Le tappe della rivoluzione luterana

Oramai Lutero si era gettato totalmente nella mischia e si era rivoltato apertamente e totalmente contro la Chiesa in sé e non contro le deviazioni degli uomini di Chiesa. La rivolta luterana si fondava su 4 motori: odio contro la Messa; odio contro il Papa; odio contro gli Ordini religiosi e il Sacerdozio sacramentale; infine odio contro la filosofia e teologia Scolastica.

Il Papato è l’Anticristo; il peccato originale - secondo il frate tedesco - ha totalmente distrutto le capacità della ragione e della libera volontà umana, contrariamente a quanto Dio ha rivelato nella Tradizione e nella Scrittura, il Magistero ha insegnato e la Scolastica (specialmente tomistica) ha mirabilmente esposto. Il “complesso antiromano” di Lutero si accompagnò ad un pangermanesimo precursore dell’ Idealismo tedesco e del neopaganesimo teutonico. Purtroppo la Germania in gran parte si schierò con Lutero.   Il Nunzio apostolico in Germania rivelò che i 9/10 della Germania gridavano “W Lutero!”. Per essi l’Italia e Roma simboleggiavano la decadenza, la Germania la forza e l’avvenire. In breve Los von Rom! (Lontani da Roma!). Lo spirito dei vecchi barbari convertiti alla cultura latina e al Cristianesimo dai monaci benedettini, rinacque nel XVI secolo e cancellò quanto di buono nell’ordine naturale e soprannaturale Roma aveva dato loro in circa 1000 anni. “Lutero è stato l’uomo della Germania, vale a dire, catalizzatore delle tendenze profonde dello spirito germanico, che è sostanzialmente agli antipodi di quello latino e mediterraneo” (Gleize, cit., p. 74).

 

Le “ossessioni” di Lutero

Fra Martin aveva un carattere molto scrupoloso, pessimista, angosciato e ossessionato, forse vi era anche un elemento patologico nella sua personalità. Monsignor Leone Cristiani fa notare che, se tutto ciò è vero e certo, non bisogna tuttavia esagerare la entità di questi fenomeni.

«Martin Lutero ha il temperamento robusto e sanguigno di un contadino sassone. È un uomo d’azione, un impulsivo, che va avanti senza guardare né a destra né a sinistra, avanza diritto avanti a sé, non sa più ciò che ha detto ieri e non cerca di ricordarselo. Da qui le sue contraddizioni. […]. Il suo sovraffaticamento gli provoca un esaurimento, aggravato dalla noncuranza nei confronti della salute, il suo nervosismo e la sua ansia non aiutano le cose. Gli capita di provare stordimento e vertigini. Aggiungiamo anche il bere: Lutero diventa in fretta un alcolizzato […] l’eccesso di acido urico aumenta la sua impulsività. […]. Lutero è un ubriacone. All’ intemperanza nel bere aggiunge quella nel mangiare. Questa intemperanza nel bere è il principale rimedio a cui ricorre per soffocare la sua disperazione» (Gleize, cit., p. 65 e 73).

In Lutero si nota anche un certo influsso del mondo preternaturale. Per esempio egli stesso “dirà che durante questo periodo [in cui compose il De abroganda Missa privata, 1521-1522, ndr] il diavolo era diventato suo professore di teologia, ispirandogli il trattato sull’ abrogazione della Messa. […]. Lutero dispera dei propri sforzi. Questa disperazione cieca e assoluta troverà compensazione in una fiducia altrettanto cieca e assoluta. La dottrina di Lutero è un amalgama di due estremi: è profondamente squilibrata” (Gleize, cit., pp. 57-58).

Lutero è conosciuto anche per la “violenza che usa nel parlare in pubblico. Per arringare le folle è affascinante. […]. Vi si scorge un insolito impulso. […]. Non si sente più padrone di sé. […]. Esercita un magnetismo potentissimo che soggioga le folle, le quali si inchinano davanti a Lutero come davanti a un Profeta ispirato. […]. Lutero ha la parola facile. […]. Lutero non è uno speculativo, né un pensatore, né un logico” (Gleize, cit., p. 66-68).

 

A “sinistra” di Lutero

Alcuni discepoli scavalcarono Lutero nella sua forza rivoluzionaria e stavano per prenderne il posto (come succede a quasi tutti i rivoluzionari, che come lo “stregone” sono fagocitati dall’«apprendista stregone»).

Nel 1522 Andreas Bodenstein[3] (1480-1541), noto sotto il nome di Carlostadio, essendo nato a Karlstadt una città della Franconia, Carlostadio si avvicinò alle tendenze preilluministiche e quietistiche del Luteranesimo, le quali avrebbero voluto abolire i Sacramenti, ogni forma di culto liturgico e di società cristiana. Carlostadio in séguito divenne nemico giurato di Lutero e si rifugiò a Basilea in Svizzera ove insegnò teologia per molti anni e vi morì nel 1541. 

L’altro contestatore più luterano di Lutero fu Thomas Münzer (1493-1525). Egli compì gli studi a Lipsia per finire poi a Brunswick. Nel 1521 si rifugiò in Boemia, espulso dalla quale si mise a percorrere la Baviera, per ritornare – nel 1523 – in Sassonia, ove svolse il suo apostolato più intenso e violento, fatto di prediche violente e triviali. Abbandonò Lutero e si avvicinò alla corrente preilluministica del protestantesimo, abrogando non solo la Messa, ma anche il Battesimo e dando nascita al movimento anabattista (Cfr. P. Parente – A. Piolanti – S. Garofalo, Dizionario di Teologia dommatica, Proceno di Viterbo, Effedieffe, V edizione, 2018, voce Anabattisti). Nel 1525 provocò la guerra dei “contadini” e, dopo la sconfitta, venne messo a morte il 27 maggio del 1525.

Frattanto Lutero l’8 marzo del 1522 a Wittemberg salì sul pulpito e predicò “la propria infallibilità, presentandosi come un Profeta” (Gleize, cit., p. 60). Quindi, tre anni dopo, Münzer e Carlostadio essendo stati espulsi dalla Sassonia, Lutero riprese il controllo del movimento protestante, che stava per sfuggirgli di mano.

 

II Parte – La Dottrina Luterana

La propaganda luterana contro il Papa

Lutero ha attaccato violentemente e volgarmente il Papato in varie sue opere abilmente accompagnate da xilografie, che ne hanno assicurato un’ampia recezione anche da parte delle masse incolte e illetterate (Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca del 1520; La cattività babilonese della Chiesa del 1520; La libertà del cristiano del 1520; Anticristo del 1520; Antitesi illustrata della vita di Cristo e dell’Anticristo del 1521; Significato delle due orribili figure, del Papa-asino e del vitelmònaco del 1523; Il Papato coi suoi messo in figura e in scrittura del 1526; Piccolo catechismo e Grande catechismo del 1529; Ritratto del Papato del 1545; Discorsi a tavola del 1546; Contro il Papato di Roma fondato dal diavolo del 1546). Lutero da abile propagandista ha capito l’importanza delle immagini caricaturali, raffiguranti il Papa e la Chiesa di Roma, ognuna delle quali per le masse incolte vale un libro intero. Il suo metodo propagandistico è stato ripreso dall’Illuminismo, dal Liberalismo, dalla Massoneria, dal Bolscevismo, dal Modernismo e dalla Rivoluzione culturale sessantottina.

 

Il Nominalismo filosofico/ teologico di Lutero

Dal punto di vista filosofico Occam col suo Nominalismo ha influito sulla genesi del pensiero di Lutero. L’odio per la metafisica di Platone, di Aristotele e di San Tommaso ha portato il francescano inglese già nei primi anni del Trecento a negare che si possa conoscere la realtà e la verità, a negare che esistano non solo concetti universali capaci di esprimere la realtà, ma anche le essenze o le nature universali a solo vantaggio dell’individuo, il che ha dato luogo all’Individualismo religioso (Luteranesimo: “Sola Scriptura”), filosofico (Cartesianismo: “Cogito ergo sum”), politico (Machiavellismo/Liberalismo: “la Ragion di Stato senza la morale”) ed economico (Liberismo: “Laissez faire”), che aprono la porta al soggettivismo relativista, scettico ed agnostico: nulla è certo, al massimo ognuno ha la sua opinione personale e interpreta la S. Scrittura come vuole. La Modernità idealistica è contenuta in germe nell’Occamismo e nel Luteranesimo. Essa segna la rottura con la classicità greco/romana, con la Patristica e con la Scolastica, in breve con la Res Publica Christiana, ossia con la Cristianità medievale retta e diretta dal Papa come Vicario di Cristo assieme all’Impero quale antemurale della Chiesa, ossia braccio armato della Chiesa disarmata.

 

La Modernità nasce anche con Lutero

Già con Occam, poi con l’ Umanesimo e il Rinascimento e, quindi, con Lutero finisce un’era tradizionale e classica ed inizia formalmente ed esplicitamente, in maniera irreversibile, un’altra era progressista e moderna, antesignana dell’ Idealismo, del Modernismo, il “Collettore di tutte le eresie” (S. Pio X), e del Nichilismo post-moderno (Nietzsche, Marx, Freud, Jung, Scuola di Francoforte e Strutturalismo francese).

La nascita delle religioni nazionali e degli Stati nazionali apre la via alla nascita dell’Assolutismo e alla morte del Sacro Romano Impero, che avverrà formalmente con la fine della Prima Guerra Mondiale (1918). Oggi le Nazioni sono state rimpiazzate dal Mondialismo, dal Tempio Universale e dalla Repubblica Universale – progettati dal Cabalismo italiano del Quattro/ Cinquecento, dalla Massoneria, dall’ Alleanza Israelitica Universale – quale autostrada al Regno dell’Anticristo.

Purtroppo lo spirito paganeggiante, ma ancor più quello giudaizzante, talmudico e cabalistico dell’ Umanesimo è penetrato nelle menti degli uomini di Chiesa ed anche di alcuni Papi rinascimentali “gran signori, […] dotti mecenati, che vivono nel lusso e colgono ogni possibile occasione per far festa. I carnevali romani sono famosi in tutto il mondo così come le feste mitologiche per la glorificazione dei Papi. […]. Nepotismo, mondanità, sete di potere, vita spesso dissipata: queste le caratteristiche non proprio esemplari del Papato. […]. Come la Chiesa abbia potuto sopravvivere alle persecuzioni e alla vita scandalosa di numerosi suoi prelati è un vero miracolo” (A. Pellicciari, Martin Lutero, Siena, Cantagalli, 2012, pp. 27-28). Perciò non dobbiamo disperare oggi che Essa sopravviverà anche alla crisi neo-modernistica, che l’avvolge da oltre mezzo secolo. 

 

Sunto della dottrina luterana...

continua sulla edizione cartacea...

 

[1] Il volume è composto di 131 pagine e costa 12 euro; può essere richiesto a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; tel. 06. 930. 68. 16; Fraternità Sacerdotale San Pio X, via Trilussa 45, 00041 – Albano Laziale (Roma).

[2] Cfr. anche I. Giordani, Crisi protestante e Unità della Chiesa, Brescia, 1930; H. Grisar, Lutero, la sua vita e le sue opere, Torino, 1933; C. Crivelli, I Protestanti in Italia, Isola del Liri, 1936-1939; D. Cantimori, Per la storia degli eretici italiani del XVI secolo in Europa, Roma, 1937; C. Algermissen, La Chiesa e le chiese, Brescia, 1942; M. Bendiscioli, La Riforma protestante, Roma, 1953; Ch. Boyer, Du protestantisme à l’Eglise, Parigi, 1954; Id., Luther et sa doctrine, Parigi, 1970; Id., Calvin et Luther, accords et différences, Parigi, 1973; R. Dalbiez, L’Angoisse de Luther, Parigi, 1974; B. Gherardini, Theologia crucis. L’eredità di Lutero nell’evoluzione teologica della Riforma, Roma, 1978; J. Wicks, Luther, in Dictionnaire de Spiritualité, Parigi, 1978, vol. IX, coll. 1206-1243; R. Garcia-Villoslada, Martin Lutero, tr. it., Milano, Istituto Propaganda Libraria, 1985, 2 voll.; I. Gobry, Luther, Parigi, La Table Ronde, 1991; A. Pellicciari, Martin Lutero, Siena, Cantagalli, 2012.

[3] Cognome ebraico-askenazita, che deriva dalla parola tedesca “bode”, ossia terreno o suolo, quindi Bodenstein significa una persona originaria del paese di Bodenstein in Germania nella regione della Baviera.