CHIESA CATTOLICA, DOVE VAI?

Convegno a Roma 7 aprile 2018

Al Church Village di Roma, in via Torre Rossa, il sabato 7 aprile 2018 si è svolto un Convegno, intitolato “Chiesa cattolica, dove vai?”, al quale hanno partecipato il card. Walter Brandmüller, il card. Raymond Leo Burke, mons. Athanasius Schneider, il senatore Marcello Pera ed altre personalità.

Il tema svolto nel Convegno lo si trova riassunto in una frase del defunto card. Carlo Caffarra: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”. Purtroppo è proprio così, c’è molta confusione nell’ambiente ecclesiale odierno, non solo a “sinistra”, ma anche a “destra” ed inoltre la grande confusione è iniziata non sotto Bergoglio, ma già con il Pontificato di Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II.

I prelati durante il Convegno hanno giustamente ripreso  e riaffermato i princìpi della dottrina tradizionale sulla morale matrimoniale, che sono stati messi in dubbio ultimamente soprattutto da Francesco I con l’Esortazione Post-sinodale Amoris laetitia (19 marzo 2015).

Hanno fatto notare che l’autorità del Papa deve essere in sintonia con la Legge di Dio e non può contraddirla. Il Papa non può decretare qualsiasi cosa che sia peccaminosa o sovvertitrice della Fede. Il fine del potere papale è l’edificazione della morale e della Fede, non la loro distruzione. Se il Papa, come ha fatto Francesco I riguardo alla ammissione dei divorziati-risposati non pentiti ai Sacramenti, dovesse scivolare verso l’errore lo si può ammonire, ma non può essere giudicato, non può essere sottomesso a processo giuridico-giudiziale e deposto, ci si deve fermare alla inobbedienza. 

È positivo e lodevole lo sforzo fatto da costoro per riaffermare la dottrina di sempre in questi tempi di confusione dogmatica, morale e liturgica. Tuttavia non si può tacere un fatto che desta perplessità.

I suddetti “prelati”, che  lodevolmente si oppongono alle aperture “teo/democratiche” di papa Bergoglio in materia di morale matrimoniale non solo accettano pienamente e senza alcuna riserva i Decreti del Concilio Vaticano II, ma sono anche dogmaticamente sostenitori di un’associazione denominata “Dignitatis Humanae Institute”, la quale opera nello spirito dell’Amicizia Giudaico/Cristiana per “la difesa delle fondamenta giudaico-cristiane della civiltà occidentale”[1].

Ora come è possibile conciliare Giudaismo e Cristianesimo? In San Paolo (1aTess., II, 15) è divinamente rivelato che “I Giudei[2] non piacciono a Dio, hanno crocifisso il Signore Gesù. Perseguitarono i Profeti e perseguitano noi Apostoli, impedendoci di predicare il Vangelo affinché i Pagani non si convertano”. Inoltre Gesù stesso parlando negli ultimi suoi giorni con i Capi del Giudaismo farisaico o rabbinico/talmudico ha detto loro: “voi avete per padre il diavolo e volete soddisfare ai desideri del padre vostro, che fu omicida sin da principio” (Giov., VII, 44). Se il socialismo non è compatibile con il Vangelo, il Giudaismo lo è ancor meno.

Mi sembra che i Cristiani  veramente fedeli al Vangelo di Cristo si trovino tra due fuochi o come suol dirsi “tra Scilla e Cariddi”: tra i “teocon” e i “teodem”.

Infatti i suddetti “cardinali conservatori” in materia di teologia morale, in realtà, sono dogmaticamente dei giudaizzanti (nel senso teologico della parola), che ritengono possibile e doverosa l’alleanza tra Cristianesimo e Giudaismo come se l’Antica Alleanza non fosse stata revocata, sostituita e perfezionata dalla Nuova ed Eterna Alleanza, nella scia dell’insegnamento del Concilio Vaticano II (Nostra aetate) e di quello post-conciliare specialmente di Giovanni Paolo II (Magonza, 1981: “L’Antica Alleanza mai revocata”; Sinagoga di Roma, 1986: “Ebrei fratelli maggiori dei Cristiani nella Fede di Abramo”). Certamente il Comunismo è ateo, materialista e “intrinsecamente perverso” (Pio XI, Enciclica Divini Redemptoris Missio, 19 marzo 1937), ma è un errore grossolano, evidente e facilmente evitabile dal semplice fedele[3]. Invece il conservatorismo anglo/americano occulta la sua malizia sub specie boni, ossia agisce come “il diavolo tentatore, che si spaccia per l’Angelo buono” (S. Ignazio da Loyola): la difesa della Famiglia, della Tradizione (da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), della Messa “tridentina” e la mano tesa ai Tradizionalisti. Quindi  quest’errore è “nascosto”, come “una serpe tra l’erba” (“latet in erba anguis”, Virgilio) e può mordere chi si avvicina incautamente: “latrare potest, mordere non potest nisi volentem”. Caveamus!  In questo senso e solo in questo si può dire che in un certo senso sono più pericolosi gli errori dogmatici di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che quelli morali di Francesco I.

Certamente l’inimicus homo, di cui parla il Vangelo (Mt., XIII, 25), ha lavorato molto bene: da 50 anni a questa parte (e non solo a partire dal Pontificato di Bergoglio) ha seminato la zizzania sia a destra che a sinistra, lasciandoci in mezzo a due fuochi, ossia tra i modernisti filo-comunisti (“teodem”) e vicini alla “Teologia della Liberazione” da una parte e i modernisti-conservatori (“teocon”) filo-sionisti e giudaizzanti  dall’altra parte. Non si può separare Bergoglio da Ratzinger e da Giovanni Paolo II e questi da Giovanni XXIII, Paolo VI e il Concilio Vaticano II, sono sostanzialmente la stessa cosa con delle differenze accidentali: ciò che li accomuna è il neo-modernismo del Vaticano II, ciò che li differenzia è il modo con cui esso viene presentato, interpretato e applicato: più velocemente, rozzamente e sinistrorsamente da Bergoglio, più lentamente, finemente e conservatoristicamente da Ratzinger, ma ogni eccesso è un difetto e ogni difetto è una mancanza di verità.

In mezzo a questi due fuochi nemici dove andremo a ripararci? Vengono spontanee alla mente le parole di Pietro a Gesù: “Dove andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna” (Giov., VI, 70). Ma Gesù ci rincuora: “Nolite timere pusillus grex! Placuit Patri vestro dare vobis Regnum” (Lc., XII, 32).

Occorre evitare l’errore sia per eccesso che per difetto, sia di “destra” che di “sinistra”, sia il Bergoglismo che il Ratzingerismo, sia il filocomunismo “teodem” extra-comunitarista che il teoconservatorismo sionista e giudaizzante. Quindi  rimaniamo attaccati a ciò che Gesù ha rivelato, (che troviamo nella Tradizione apostolica e nella S. Scrittura interpretate dal Magistero costante e tradizionale della Chiesa[4]) e fuggiamo le lusinghe delle “sirene”, che iniziavano a cantare già 60 anni fa ed oggi provengono dagli amanti “sinistri” delle “periferie esistenziali” o dagli estetizzanti “destri” tutti “pizzi e vecchi merletti”, ma privi della sostanza dogmatica tradizionale e anti-modernista.

In tanta confusione sia a sinistra che a destra come non ripensare a Pio IX esule a Gaeta che guardando il mare in tempesta pensò alla situazione analogamente procellosa che attraversava allora la Chiesa aggredita dai liberali conservatori da destra (Cavour e Vittorio Emanuele II) e dai radicali socialisteggianti da sinistra (Garibaldi e Mazzini). Come porre rimedio a tanto furore, si chiedeva angosciato il Papa? Il Cielo lo illuminò e decise di proclamare il dogma della Immacolata Concezione che sola ha schiacciato il capo del Serpente infernale (“Ipsa conteret caput tuum”) e tutte le eresie (“Gaude Maria Virgo, cunctas haereses sola contrivisti in universo mundo”).

Nella confusione odierna, che non risparmia nessun ambiente ricorriamo alla Vergine Immacolata (“Adeamus cum fiducia ad thronum gratiae ut misericordiam conseguamus”), facciamo il nostro dovere quotidiano e la Madonna interverrà per rimettere l’ordine nella sua Chiesa.

sì sì no no

 

[1]Cfr. Adriano Marzi, Il Venerdì di Repubblica, 22 dicembre 2017, p. 27; Luca Kocci, “Adista”, n. 2 del 20 gennaio 2018.

[2]Nel Nuovo Testamento la parola Judaei è riferita specificatamente agli Ebrei che non hanno ricevuto Gesù come Messia e Verbo Incarnato, ma lo hanno combattuto e condannato a morte; che inoltre hanno continuato ostinatamente a perseguitare gli Apostoli, facendoli martirizzare e che sino ad oggi perseverano in questa Fede deviata o perfidia (“per/fidem”). Non è, quindi, un’ opposizione biologica, di razza o di sangue che la parola Giudei significa, ma l’ opposizione tra Cristianesimo e Giudaismo post-biblico, ossia l’inimicizia del Giudaismo rabbinico/talmudico  contro la SS. Trinità, il Verbo Incarnato e la  sua Chiesa. Come si vede è contraddittorio parlare di “Giudeo/Cristianesimo”, come è contraddittorio parlare di un “cerchio/quadrato”. Ne consegue che è del tutto lecito e doveroso per un Cristiano distinguersi e lottare contro il Giudaismo post-biblico, che a partire dalla vita pubblica di Cristo non ha mai cessato di odiarlo assieme ai Cristiani e al Cristianesimo.

[3]Inoltre all’origine del Comunismo bolscevico vi è  una preponderanza di elementi provenienti dal Giudaismo talmudico, cfr. A. Solgenitsin, Due secoli insieme, Napoli, Controcorrente, 2004, 2 voll.

[4]Cfr. Brunero Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2009; Id., Tradidi quod et accepi. La Tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2010; Id., Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011; Id., Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Torino, Lindau, 2011; Id., La Cattolica. Lineamenti d’ecclesiologia agostiniana, Torino, Lindau, 2011.