Quando l’esempio non è edificante, ma dirompente

Agli inizi di ottobre le giornate sono fresche rispetto al mese precedente. Tutto invita a gustare queste mattinate piene di luce, profumi e colori generosamente profusi dal Buon Dio.

L’unica stonatura (ma solo per i ragazzi) è la coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico. Ma è solo questione del primo giorno. Per il resto, il copione si ripete puntualmente come ogni anno: “Già, come ogni anno” ho pensato riandando con la memoria a quei giorni lontani, quando anche io frequentavo le scuole superiori. Piano piano, chissà perché mi sono lasciato circondare dai ricordi. Ascoltando i dialoghi dei ragazzi di oggi ho scoperto che erano gli stessi a cui anche io avevo partecipato tanti anni fa.

Chiacchieravamo fra compagni raccontandoci a vicenda le prodezze compiute durante le vacanze. Proprio come i ragazzi di oggi. Ho chiuso gli occhi e ho cominciato a sfogliare le pagine del libro della mia vita in senso contrario, incominciando dalle più recenti. Che carrellata, amici miei! Mi piaceva indugiare su quelle immagini di tanto tempo fa. Anche allora i ragazzi erano pieni di prorompente voglia di vivere, di conoscere, di essere protagonisti. Proprio come me. Senza rendercene conto, intuitivamente seguivamo una segnaletica che ci indicava il percorso da seguire nei nostri anni a venire. Quella segnaletica aveva un nome: l’esempio. Un dono divino che viene offerto ai giovani prima che inizino il viaggio della vita.

Ovviamente l’esempio può essere buono o pessimo. Per il momento parliamo della prima possibilità. I genitori, che Dio li benedica, sono i primi a dare l’esempio: ci insegnano ad articolare la prima parola – mamma ! – ed a muovere i primi passetti. E poi tutto il resto. Chi non ricorda con nostalgia e gratitudine la signora Maestra della prima elementare che ci ha insegnato a tenere la penna in mano? E come dimenticare il caro, vecchio Parroco che con garbata pazienza ci apriva gli occhi e la mente ai misteri del Cielo?

Poi le scuole superiori, l’ Università, il Servizio militare. Ma il vero docente per eccellenza era sempre l’esempio che le persone preposte alla nostra formazione utilizzavano come insostituibile e validissimo strumento educativo. Il Creatore ha voluto che il giovane imitasse l’ adulto. Questo umile e discreto ausilio è stato il grande protagonista della nostra formazione.

L'esempio, dunque, è la chiave di volta della grande cupola che è la nostra personalità. Ma guai, se l’ esempio è falso o sbagliato! E qui siamo giunti al caso che qualifica il secondo aggettivo del titolo del presente scritto: – Dirompente –

Purtroppo debbo ricorrere ad uno dei tanti esempi che stanno mettendo in serio pericolo la salute morale e l’equilibrio civile dei giovani italiani d’oggi.

Cito, come emblematico, il caso di Giulio Reggeni, il ragazzo friulano di 27 anni torturato barbaramente ed assassinato in Egitto quasi due anni fa, i cui responsabili sono rimasti a tutt’oggi incredibilmente sconosciuti, per lo meno agli Italiani. Alcuni mesi dopo l’assassinio, senza il benché minimo segno di ragionevole progresso delle indagini svolte ufficialmente dagli inquirenti egiziani, le Autorità italiane sono state dai primi beffati con penosi ed ipocriti teatrini che sono autentiche prese in giro. L’Italia, giustamente, dinanzi a questo incivile comportamento sconosciuto a qualsiasi diplomazia internazionale, rompe le relazioni diplomatiche con l’Egitto.

Estrema misura che si prende in casi estremi come quello appena citato. Ma quel Paese che si è mostrato pervicacemente refrattario ad un leale comportamento verso l’ Italia, non ha cambiato di una virgola il suo atteggiamento di crudele disprezzo e disinteresse per quel caso nel corso di un anno. Nonostante ciò è accaduto il peggio. Un paio di mesi fa, con un’incredibile e cinica decisione, il Governo italiano ha deciso di riallacciare le relazioni diplomatiche con l’Egitto. Con la faccia di bronzo che contraddistingue i peggiori cialtroni del mondo, l’ ineffabile ministro degli Esteri Angelino (molto poco angelico) Alfano, credendo di chiudere la partita con i genitori di Giulio Reggeni e la grande maggioranza degli italiani, ha dichiarato il falso. Cioè che la decisione di tornare al Cairo era stata presa in considerazione di Superiori Ragioni di Stato!! Menzogna marchiana! perché  non esistono ragioni di Stato superiori all’onore del medesimo. Anche i bambini lo sanno. I veri motivi sono sotto gli occhi di tutti come quello di evitare di perdere i lucrosi contratti di forniture  militari all’Egitto, esportazioni di prodotti industriali, in cambio di gas, petrolio e cotone. E, ancora quel genio diplomatico chiamato Alfano ha messo sulla bilancia a nostro favore (udite, udite!) di avere nell’Egitto un efficacissimo (sic) interlocutore e mediatore con il governo libico per risolvere il problema dei clandestini. Cosa che fa ridere anche i polli per il semplice motivo che un governo libico non esiste. Esiste solo un coacervo di fazioni e tribù in perenne lotta fra di loro per conquistare il potere in Libia.

L’altro campione di abilità politica, cioè il ministro Minniti, vorrebbe far credere a quei gonzi degli italiani che l’accordo con qualche capo tribù garantisca formalmente a livello internazionale la fine del travaso migratorio dalla Libia verso l’Italia. È un insulto all’intelligenza degli italiani, i quali dovrebbero apprezzare quanti “vantaggi” si siano ottenuti tenendoci buono l’Egitto. Pare di udirlo il ministro Alfano: «Ohè, ragazzi, non scherziamo. Onore e dignità sono due bellissime parole, ma oggi lasciano il tempo che trovano. Qui ci sono miliardi di euro in ballo (ecco le Ragioni di Stato), mica paroline da libro “Cuore”». Adesso tutto è chiaro. Magari le Autorità italiane ora si sentono con la coscienza a posto. Con buona pace soprattutto di papà e mamma Reggeni, i quali, secondo il ministro Alfano, dovrebbero comprendere che, sia pure a malincuore (squallida ipocrisia!) le suddette Autorità hanno dovuto agire così per il bene supremo dell’Italia! Oltre al danno anche la beffa. I poveri genitori di Giulio non si aspettavano la resurrezione del figlio, ma che Giustizia fosse fatta, SÌ! Ma il Consiglio dei Ministri ha detto NO!

Non vorrei essere al posto dell’Ambasciatore Giampaolo Contini per non subire, oltre all’ umiliazione di presentare le credenziali alle Autorità egiziane con il cappello in mano, quasi a scusare l’Italia per avere (giustamente) interrotto le relazioni con quello Stato circa un anno fa, dovrà anche subire il sarcastico compiacimento dell’Egitto che si è vista condonata la maggior sanzione a suo carico, cioè il ritiro del nostro Ambasciatore per la mancata azione di riconoscimento dei colpevoli del truce assassinio di Giulio Reggeni. Tale gravissima azione assolutoria da parte dell’Italia non significa perdere Dignità nazionale? Il Paese che cede volontariamente il suo più prezioso bene, perde automaticamente ogni diritto ad essere rispettato da parte di tutto il mondo, perché considerato pusillanime e privo del senso dell’onore. Basta vedere come è trattata l’Italia nel mondo. Ci disprezzano perfino Paesi come l’Egitto, l’India (con il caso dei due marò) ed il Brasile (con il caso di Cesare Battisti) che possono permettersi di sbeffeggiarci senza ritegno. Se tanto mi dà tanto…

Ancora una volta nella storia dell’Umanità si è ripetuta la squallida scelta di Esaù che cedette la primogenitura per un piatto di lenticchie.

Dinanzi alla mortificante immagine dell’Italia nel mondo non posso fare a meno di ricordare quanto a ragione Dante Alighieri scrive: “Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non Donna di province, ma bordello”. (Purgatorio VI, 76-78).

Ma, non sembrando sufficienti le motivazioni fino a qui vergognosamente addotte dai predetti membri del Governo italiano, è sceso in campo l’altro campione di scienze diplomatiche (e morali) cioè il Presidente del Consiglio Gentiloni. Ecco le sue ulteriori spiegazioni circa la ripresa delle relazioni diplomatiche, evidenziando puntigliosamente  che “… lo scopo principale della Missione dell’Ambasciatore Contini è quello di seguire (udite, udite!) passo per passo tutti gli sviluppi investigativi e giudiziari da parte delle Autorità egiziane”. Ma tale squallida mistificazione non è altro che una vera e propria offesa all’intelligenza di milioni di italiani. Ignoravo che nel nostro Corpo Diplomatico ci fossero degli Ambasciatori specializzati su eventi criminosi e giudiziari. Non si finisce mai di imparare!

Ho voluto utilizzare il caso di Giulio Reggeni per trovare una risposta ai quesiti che il caso stesso ha generato. A porre i quesiti sarà un giovane di 25 anni che chiamerò convenzionalmente “Paolo” per motivi di riservatezza. Sulla base di tali quesiti potremo provare a dare loro una adeguata risposta. Certo, alla luce di quanto sopra narrato c’è molto da imparare, ma in chiave negativa. L’esempio che si riceve dall’intera faccenda è amaramente sconsolante. Paolo sicuramente si sta chiedendo:  –È questo il mondo che dovrei imitare?

Ed ecco i suoi quesiti:

1) Come faccio a credere nelle Istituzioni che fino ad ieri erano o sembravano essere specchio dell’ onestà, dell’altruismo, della solidarietà verso i più deboli ed adesso gettano la maschera e si scoprono rappresentate da gente mediocre, egoista, cinica, servile verso i più forti e prive del più elementare senso dell’onore?

2) Quale fiducia potrei porre nelle Autorità statali preposte alla tutela della mia sicurezza in Italia e all’ estero se, a quanto vedo, potrei essere tranquillamente abbandonato al mio destino se, per caso, la mia vita valesse meno di una fornitura di petrolio?

3) Mi hanno insegnato ad essere onesto nei confronti del mio prossimo e dello Stato, ma ho sotto gli occhi  il comportamento di tanti responsabili della Cosa Pubblica preposti alla tutela della legge che si vantano, senza pudore di fregare lo Stato facendosi corrompere ed evadendo le tasse sicuri di farla franca. Sembra che vogliano con il loro esempio, esortarci ad imitarli: “Fate i furbi, ragazzi, il mondo è fatto per i dritti”.

4) Che stima posso avere nei confronti dei miei concittadini che, nelle loro chiacchiere da Caffè dello sport, mostrano sdegno verso il Governo servile che privilegia gli “interessi di bottega invece di confermare la rottura dei rapporti diplomatici con l’Egitto e poi, appena usciti dal Caffè dello Sport, vanno presso un’agenzia di viaggi a prenotare, come ogni anno, le loro prossime vacanze, guarda caso, proprio a Sharm el Sheik sul Mar Rosso? Non mi sembra che ci siano state oceaniche manifestazioni di protesta contro l’Egitto e contro il Governo. Le vacanze personali sono più sacre della Giustizia per Giulio Reggeni. Vorrei tanto che qualcuno mi suggerisse come si fa a rispettare un popolo del genere.

Dalle righe appena scritte si può constatare amaramente come certi esempi possano essere dirompenti. A questo punto vorrei offrire a Paolo una via d’uscita dal tunnel nel quale è capitato.

Coraggio Paolo, non sei solo! vorrei garbatamente farti notare che anche una pozzanghera riflette la luce del sole. Per Sole intendo riferirmi al buon Dio che non ti abbandonerà,  anche quando devi imparare attraverso esempi negativi. Da sempre si sente dire, quando le cose vanno male: “qui ci vorrebbe una rivoluzione!” Poveri illusi!. Il Signore ci ha donato Aristotele il quale annunciò una grande verità: Le persone intelligenti, difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre una minoranza. Fortunatamente non sarà il numero che stabilirà chi vincerà alla fine. Rasserènati pensando che un solo Paolo vale più che sette miliardi di ignavi. D’altra parte basta considerare che l’unica vera rivoluzione nella storia umana non è stata fatta dagli uomini, ma da Qualcun altro che non aveva bisogno di una maggioranza. Indovinate Chi era?

Coraggio Paolo, rimonta a cavallo! E poi non dimenticare che per noi c’è sempre e comunque una Protettrice speciale, la nostra Mamma Celeste. Non si è mai sentito di una mamma che abbandoni i suoi figlioli.

L’Amanuense