Oggi la confessione frequente è un pericolo

La Chiesa ha sempre ribadito con inequivocabile incisività il valore fondamentale del sacramento della Penitenza: istituito dal Signore e da Lui trasmesso alla Chiesa cattolica quale mezzo indispensabile per il conseguimento della remissione dei peccati mortali commessi dopo il Battesimo; la sua divina potenza rigeneratrice soccorre provvidenzialmente la natura umana decaduta e, prevenendone la facile disposizione a rinchiudersi in una giustificazione delle sue colpe, la fortifica, spronandola a secondare l’azione della Grazia.

Con l’affermarsi, in autorevoli ambienti ecclesiali, di aperture al clima sconsacrato della secolarizzazione moderna, fin dalla metà del secolo scorso si è assistito al diabolico tentativo di alterare il carattere divino e soprannaturale della Chiesa che dai promotori di un suo innaturale “aggiornamento” è stato insidiato con le deformanti interpretazioni di un vacuo filantropismo, complice di un potere ateistico e, conseguentemente, anti-umano.

Le implicazioni derivanti dalla funesta influenza del progressismo sono identificabili nel predominio di un disordine che diffonde la propria contagiosità in misura inversamente proporzionale alle reticenze di chi, per divina missione, sarebbe tenuto a denunciare i misfatti.

* * *

Per quanto concerne i tragici risvolti della apostasia che coinvolge una larghissima parte dei battezzati, basterà ricordare la quasi totale scomparsa del matrimonio religioso, scandalosamente equiparato al concubinato e alle unioni contro natura, la profanazione del divino Sacrificio della Messa; banalizzata in una atmosfera festosamente conviviale, rappresentativa di una generica solidarietà umana, la confessione privata della sua connotazione penitenziale e dissolta in un dialogo che può variare dalla vivacità del battibecco alla cupezza dell’ introspezione psicanalitica.       

In relazione all’ultimo punto, non sono pochi i sacerdoti disinvoltamente propensi ad attenuare o a tacere la necessità della confessione sacramentale per quanti, privatisi della Grazia divina con il peccato mortale, vogliano accedere degnamente alla Santa Comunione.

A chi scrive è capitato di sentirsi ammonire da un padre francescano riguardo alle conseguenze spiritualmente dannose che deriverebbero da un ricorso frequente al Sacramento della Penitenza; ciò appare davvero sorprendente, ove si pensi che quel sacerdote, a sostegno della propria asserzione, si appellava alla sua lunga esperienza di confessore, senza tener conto del magistero della Chiesa e dell’ esempio dei Santi.

* * *

Il terzo segreto di Fatima nel centenario delle apparizioni della Vergine Santissima ai tre pastorelli, squarcia il buio che avvolge il nostro tempo segnato dal desolante oblio del fine redentore della vera religione, animandoci a proseguire, in spirito di orazione e di milizia, il combattimento contro le potenze delle tenebre.

Jesus Christus, heri, hodie et in saecula.

R. Pa.

________________________________________

Altri titoli del numero:

- GARCIA MORENO, LA POLONIA E IL PERÙ

- Sicut erat (24) Oggi più di ieri, domani più di oggi

- Tradizioni opposte

- RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

- Guerriglia a Piazza San Pietro

- “GESÙ NON SAPEVA”?

Io ho più paura della Misericordia di Dio che della Sua Giustizia. La Giustizia di Dio è conosciuta: si sa quali sono le leggi che la governano e, se uno pecca ed offende la Giustizia divina, può fare appello alla Misericordia; ma, se abusa della Misericordia, a chi ricorre? In questo caso non c’è più remissione, perché la stessa Misericordia si trasforma in Giustizia.

San padre Pio