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Categoria: Anno 2015

SAN PIO X E IL MODERNISMO

“Pieni l’animo”

Introduzione

Il 28 luglio del 1906 San Pio X scrive l’Enciclica Pieni l’animo in cui si riallaccia all’ Enciclica Fin dal principio di Leone XIII (8 dicembre 1902, e alla propria Il fermo proposito (11 giugno 1905) per invitare i Vescovi italiani a vigilare affinché –

di fronte alle prime manifestazioni del movimento modernista – non venisse meno l’obbedienza al Papa e all’ Episcopato soprattutto da parte dei giovani sacerdoti, che sarebbero potuti incappare più facilmente nei lacci della setta modernista.

 

Papa Sarto invita i Vescovi a vigilare specialmente sui seminari per “estirpare ogni germe di modernismo” e li invita ad essere molto prudenti nell’ammettere ai sacri Ordini i seminaristi che avessero tendenze al modernismo. Ma veniamo al contenuto dell’ Enciclica.

 

L’ENCICLICA

L’infezione modernista nei Seminari e del giovane clero

San Pio X riprende – sin dall’ inizio della X – la parola del profeta Isaia come se fosse stata diretta alla Chiesa del proprio tempo, afflitta da “mali perniciosissimi”: “Grida, non desistere, alza la tua voce come una tromba” (Is., 58, 1).

Il motivo del “salutare timore” di cui è “pieno l’animo” del Papa è il disordine del modernismo, di cui già sotto Leone XIII e ancor prima sotto Pio IX si erano scorti gli effetti funesti.

Gli elementi costitutivi del modernismo che per primi balzano agli occhi, secondo San Pio X, sono: lo spirito d’insubordinazione e di indipendenza.

Lo spirito del modernismo è paragonato dal Papa a “un’atmosfera di veleno che corrompe gli animi” e porta al “disprezzo dell’autorità” e alla “corruzione dei costumi”. Ma ciò che più rattrista San Pio X è il fatto che “tale spirito penetra fin nel santuario”. Infatti “è soprattutto tra i giovani sacerdoti che questo funesto errore si va insinuando […] e si va facendo di esso una propaganda più o meno occulta nei recinti dei seminari”.

 

Il compito dei Vescovi

Il Papa, perciò, raccomanda ai Vescovi di “deporre ogni esitazione” e di distruggere, con animo vigoroso, “la mala pianta del modernismo”. I Vescovi devono seguire il consiglio dato da San Paolo a Timoteo di “non aver fretta di imporre le mani ad alcuno” (I Timot., V, 22). Infatti la facilità nell’ammettere i candidati alle Ordinazioni sacre apre ad una moltitudine di persone la porta del santuario, ma non ne accresce la letizia anzi la turba. I Vescovi dovranno scegliere solo “coloro che son veramente idonei, scartando quelli che mostrano tendenze contrarie alla vocazione sacerdotale e specialmente l’ insubordinazione e l’orgoglio intellettuale” ossia uno spirito tendenzialmente modernista.

Lo studio della filosofia e della teologia deve essere condotto sui testi di San Tommaso d’Aquino e “i professori che corressero dietro a novità dottrinali pericolose debbono essere allontanati dall’ insegnamento senza riguardo”.

Le prediche dei sacerdoti debbono vertere sulla S. Scrittura spiegata alla luce dei Padri della Chiesa. Bisogna respingere come contrario alla vera carità soprannaturale “ogni linguaggio che possa ispirare nel popolo avversione verso le classi superiori”.

Infine S. Pio X conclude invitando i Vescovi a “rimuovere inesorabilmente dal suo ufficio” il sacerdote che si mostra “bramoso più degli interessi propri che di quelli di Gesù Cristo, più sollecito dell’applauso del mondo che del bene delle anime” e riprova “ogni novità malsana, i nuovi orientamenti della vita cristiana, le nuove aspirazioni dell’ anima moderna”.

Chiaroveggenza di San Pio X

Già nel 1906 (nel 1907 seguirà la Pascendi) San Pio X vide la Chiesa dei suoi tempi afflitta dal male perniciosissimo del modernismo e spronò i Vescovi a “Gridare, incessantemente, ad alzare la voce” contro una tale eresia. Le preoccupanti manifestazioni del modernismo avevano riempito l’animo del Papa di “salutare timore”. Quindi San Pio X invitò l’Episcopato a “svellere con mano forte le radici” di tanto male sotto pena di “conseguenze ancor più fatali coll’andar degli anni”.

Purtroppo il modernismo segretamente (come previsto da San Pio X, non assecondato da molti Vescovi che non vedevano il pericolo) continuò a lavorare all’interno della Chiesa e La invase pian piano così che Pio XII nel 1950 ha dovuto ricondannare con energia il neo-modernismo rinascente sotto il nome di “nuova teologia” con l’ Enciclica Humani generis (12 agosto).

 

Una profezia “tanto vera quanto inascoltata”

Il carattere di “setta segreta” proprio del modernismo non era sfuggito a San Pio X, allarmato da questo tarlo interno e nascosto nelle viscere della Chiesa e molto più difficile da estirpare rispetto alle vecchie eresie del passato che si manifestavano palesemente come tali e si mettevano in contrasto con la Chiesa per poi abbandonarla. Perciò San Pio X previde per il futuro “conseguenze ancora più fatali”.

Mai profezia fu tanto vera. Ma purtroppo poco ascoltata. Le misure pratiche per svellere la mala pianta modernista date da San Pio X all’Episcopato non vennero prese sul serio e furono nella maggior parte dei casi applicate molto blandamente cosicché il modernismo poté continuare a lavorare segretamente alla distruzione (“si fieri potest”) della Chiesa. Rispuntò prepotentemente durante il pontificato di papa Pacelli, che lo condannò nuovamente, ma venne favorito da Giovanni XXIII ed invase il santuario per scalarne anche il vertice. Questa è stata la immane tragedia del Concilio Vaticano II, che ha segnato l’apoteosi del modernismo non più condannato ma favorito dai Pastori.

Oramai solo Dio potrà distruggere con una Mano l’errore neomodernista e riedificare con l’altra la società cristiana e lo spirito cattolico che sono assenti nel mondo e nell’uomo contemporaneo. L’errore modernista oggi è talmente profondo e talmente universale che la reazione umana non può bastare a reprimerlo. Possiamo pregare, far penitenza e combatterlo dottrinalmente, ma la vittoria su di esso non potrà che venire da Dio onnipotente. Questa “atmosfera di veleno che corrompe gli animi” e porta al “disprezzo dell’autorità” e alla “corruzione dei costumi” è penetrata in ogni luogo, stato e persona. Ora un movimento deleterio universale, costante ed onnipresente richiede un rimedio universale, costante ed onnipotente. Quindi solo Dio potrà far mettere in atto il piano indicato da San Pio X e purtroppo a suo tempo trascurato da molti uomini di Chiesa.

Robertus