DAI ROSACROCE A FRANCESCO I TRAMITE KALERGI

Il vecchio piano del Nuovo Ordine Mondiale e dell’Onu delle religioni

Il fondatore del mondialismo anti-cattolico romano

Johann Valentin Andreae (1586 - 1654) fu uno dei fondatori dei Rosacroce[1] (una setta segreta, panteistica, di derivazione cabalistica, protestantica e madre della massoneria moderna). Nacque da una famiglia di alchimisti/occultisti e di falsi mistici (che si rifacevano alla scuola renano/fiamminga di Eckhart), insegnanti all’università di Tubinga, protestanti e specialmente melantoniani[2]. Nel 1632 Johann Valentin Andreae, ammalato e stanco, elesse Comenius, il discepolo prediletto, come suo successore nell’opera di espansione della sinarchia mondialista anti-cattolica romana[3].

 

L’opera principale di J. V. Andreae è la Descriptio de republica cosmopolita del 1619, in cui l’Autore disegna il piano della distruzione della Chiesa romana ad opera dei luterani e degli islamici, dopo la dissoluzione della Cristianità europea per realizzare il Nuovo Ordine Mondiale: ordo a caos secondo la filosofia massonica.

 

Il successore: Jan Amos Kominsky detto Comenius

Comenius (1592 - 1670)[4] ha gettato in maniera concreta, dietro imput dei Rosacroce e del suo maestro Johann Valentin Andreae, le fondamenta del Nuovo Ordine Mondiale, che doveva passare per la distruzione della Vecchia Europa ancora troppo impregnata, secondo i mondialisti, di cultura metafisica greca, di filosofia morale romana e di patristica/scolastica cristiana per poter essere trasformata in una “landa deserta” (cfr. card. Giacomo Biffi, Lettera pastorale alla Diocesi di Bologna, Islam e Cristianesimo, 6 agosto 2000), globalizzata, impoverita e appiattita sotto la guida degli Stati Uniti d’America. Comenius discendeva da una famiglia della setta protestante anti-trinitaria dei Fratelli Boemi, che nel 1575 presero il nome di Fratelli Moravi risedenti nell’attuale Cecoslovacchia e dispersi in seguito in Polonia. Si spostò in Germania, in Inghilterra, in Svezia, ritornò in Polonia e finì la sua vita in Olanda ad Amsterdam ove fu pubblicata la sua Opera Omnia nel 1657, di cui è parte cospicua la Didactica magna composta tra il 1633-38.

Comenio voleva 1°) unificare a livello mondiale l’istruzione scolastica; 2°) coordinare i governi nazionali in una istituzione super-nazionale; 3°) riunire pan-ecumenicamente le chiese cristiane e le religioni a-cristiane all’ insegna di un “cristianesimo” (soltanto di nome e di facciata senza alcuna sostanza del vero Cristianesimo) pluralista, relativista, tollerante e modernistico[5]. In breve voleva la realizzazione del piano massonico del dominio universale mediante l’edificazione di una Repubblica e di un Tempio Universali[6].

Comenius nel suo scritto Consultatio de rerum humanarum emendatione, pars VI, Panorthosia (Amsterdam, 1644)[7] – in cui si rifà all’opera, citata sopra, del suo maestro J. V. Andreae, Descriptio de republica cosmopolita (1619) – perfezionato dal suo ultimo libro Lux ex tenebris (Amsterdam, 1657), annunzia chiaramente il piano sinarchico della distruzione della Chiesa romana e del Papato ad opera dei popoli nordici, ossia luterani, e di quelli islamici premessa la dissoluzione del S. Impero Romano Austriaco (v. prima guerra mondiale) per giungere al Nuovo Ordine Mondiale: di qui il lux ex tenebris, come dicono i massoni.

 

Il comenismo penetra negli uomini di Chiesa

Purtroppo il piano delle setta comeniana è penetrato anche nel Santuario e nelle menti degli uomini della Chiesa romana con il Concilio Vaticano II e con il post-concilio[8]. Il 16 aprile 1993 il Pontificio Consiglio della Cultura, durante un simposio internazionale intitolato L’eredità di Comenius, bilancio di un centenario, per bocca del suo Presidente il cardinal Paul Poupard dichiarò: “Comenius è stato il pioniere di una nuova educazione dell’uomo per l’uomo” (Esprit et Vie, 13 maggio 1993).

Padre Yves Congar, creato cardinale da Giovanni Paolo II, ha scritto che il Concilio Vaticano II rappresenta la Rivoluzione francese nella Chiesa. Infatti esso ha fatto proprio il trinomio del 1789 “Libertà, Eguaglianza e Fraternità” mediante la dottrina sulla Libertà religiosa (Dignitatis humanae), sulla Collegialità (Lumen gentium), che “eguaglia” Papato ed episcopato, ed infine sull’ Ecumenismo, che eguaglia tutte le religioni (Nostra aetate e Unitatis redintegratio).

Nessuna meraviglia se alla morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963) la Gran Loggia Nazionale Francese indirizzò al Sacro Collegio Cardinalizio il seguente telegramma: “4 giugno 1963. A Sua Eminenza Reverendissima il cardinal Tisserant, Decano del Sacro Collegio dei Cardinali. Monsignore, la Gran Loggia Nazionale Francese, boulevard Bineau n. 65, in Neuilly-sur-Seine, profondamente commossa per il ritorno a Dio di Sua Santità Giovanni XXIII, si associa in unione di preghiere con tutti i credenti a questo dolore sentito dal mondo intero, e prega il Sacro Collegio dei Cardinali di voler accettare l’omaggio delle sue rispettosissime condoglianze. (Firmato) E. Van Hecke, Gran Maestro”.

Il Sacro Collegio rispose con il seguente telegramma: “Il Sacro Collegio dei Cardinali assai commosso dal vostro delicato messaggio di condoglianze mi incarica di esprimervi i sentimenti della più viva gratitudine. (Firmato) Cardinal Aloisi Masella, Camerlengo ”[9].

 

L’influsso dell’esoterismo sugli uomini di Chiesa

Un noto esoterista e modernista, Tommaso Gallarati Scotti, ha influito su Roncalli e Montini. Si sa che egli conosceva e stimava il pensiero gnostico di Sabbataj Zevi, di Jacob Frank[10] e di Adam Mickiewicz, maestro spirituale di Wojtyla ed era ammaestrato nell’occultismo da Antonio Fogazzaro (cfr. Nicola Raponi, Dizionario Storico del Movimento Cattolico in Italia 1860-1980 diretto da F. Traniello - G. Campanini, voce Gallarati Scotti, Torino, Marietti, vol. II, I Protagonisti, 1982, pp. 215-222).

Su Fogazzaro il padre gesuita Gioacchino Ambrosini ha scritto un libro molto interessante intitolato Occultismo e Modernismo (Bologna, Tipografia Arcivescovile, 1907) in cui dimostra come le “origini occulte del Modernismo” siano da ricercare in “certe occulte attinenze all’ odierno movimento quale viene espresso nel Santo di Fogazzaro” (G. Ambrosini, cit., p. 1). Anche recentemente padre Giovanni Sale su La Civiltà Cattolica (2 aprile 2011) ha messo in luce il rapporto di Fogazzaro con il Modernismo. Fogazzaro “fu tra i primi in Europa ad interessarsi della psiche umana, aprendo la strada a Bergson, a Freud e alla cosiddetta letteratura dell’interiorità [o psicoanalisi, nda]” (G. Sale, cit., p. 9). Inoltre p. Sale mette in luce come la pubblicazione e l’ampia diffusione de Il Santo “confermò in molti uomini di Chiesa la convinzione che si stava preparando da parte di un gruppo di novatori radicali un attacco frontale contro la dottrina tradizionale cattolica […]. Essi erano considerati alla stregua di una ‘Massoneria cattolica’ […] volta a trasformare dall’interno l’ apparato ecclesiastico ” (G. Sale, cit., p. 13). Infatti Fogazzaro aveva scritto nel suo romanzo Il Santo: “Vogliamo tutti ordinare la nostra azione. Massoneria cattolica? Sì, Massoneria delle catacombe” (A. Fogazzaro, Il Santo, Milano, Baldini & Castoldi, 1905, p. 44). Padre Ambrosini, dal canto suo, aveva scorto alla fonte degli errori modernistici di Fogazzaro la dottrina segreta ed occultistica della Teosofia, fondata da Elena Blavatsky (appartenente alla massoneria) nel 1875 a New York. La Teosofia, spiega p. Ambrosini, “attinge alle fonti massoniche e specialmente all’insegnamento del noto cabalista Eliphas Levi” (G. Ambrosini, cit., p. 8). Inoltre la Blavatsky, mediante la dottrina teosofica, cabalistica e massonica, “si proponeva di fondere assieme tutte le religioni e costruire una grande fratellanza umana su tutta la terra” (G. Ambrosini, cit., p. 13). Per giungere a tale scopo, secondo Fogazzaro messosi alla scuola della Cabala e della Teosofia, “bisogna lavorare a riformare il cattolicesimo romano in senso progressista e teosofico, mediante un Papa che si lasci convincere da queste idee” (G. Ambrosini, cit., p. 22). Infine la Teosofia “addita ai Cristiani e specialmente ai Cattolici, come unica via per avviarsi ed attingere al più alto Cristianesimo, la via del Ghetto” (G. Ambrosini, cit., p. 233).

 

L’influsso del Bené Berìt negli uomini di Chiesa

Le Dichiarazioni del Concilio Vaticano II Nostra aetate e Dignitatis humanae (1965) sono state preparate da Nahum Goldman (capo dei Servizi segreti di Israele e presidente del Congresso Ebraico Mondiale) e da Jules Marx Isaac (uno storico marxista e membro autorevole della massoneria ebraica chiamata Bené Berìt)[11]. Nel 1986 Lazare Landau, su Tribune Juive (n. 903, gennaio 1986 e n. 1001, dicembre 1987), ha rivelato l’accordo segreto di Bea-Roncalli con Isaac e Goldman.

Landau scrive: «Nell’inverno del 1962, i dirigenti ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di Strasburgo, un inviato del papa... il padre domenicano Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò che ci aspettavamo dalla Chiesa cattolica, alla vigilia del Concilio... la nostra completa riabilitazione, fu la risposta... In un sottosuolo segreto della sinagoga di Strasburgo, la dottrina della Chiesa aveva conosciuto realmente una mutazione sostanziale»[12].

 

Ebrei e cristiani: la “seconda svolta”/Verso il mondialismo

Giovanni Paolo II nel Discorso al Corpo diplomatico del 24 febbraio 1980 aveva iniziato a gettare esplicitamente le basi della costruzione del Nuovo Ordine Mondiale dicendo: “Giustizia e sviluppo vanno per mano con la pace. Sono parti essenziali di un Nuovo Ordine Mondiale ancora da edificare. Sono una strada che conduce verso un futuro di felicità e di dignità umana”.

Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in veritate del 2006 al n. 67 ha scritto: “Per il governo dell’ economia mondiale, per risanare le economie colpite dalla crisi, […] urge la presenza di una vera Autorità Politica Mondiale”. Il 24 ottobre del 2011 il Documento del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace a nome di Benedetto XVI ha auspicato la creazione di una Banca Centrale Mondiale scrivendo: “Esistono le condizioni per il definitivo superamento di un ordine internazionale nel quale gli Stati sentono la necessità della cooperazione. […]. Certo, questa trasformazione si farà al prezzo di un trasferimento graduale ed equilibrato di una parte delle attribuzioni nazionali ad un’Autorità Mondiale”.

Il 13 dicembre 2011 l’Agenzia Sir ha riportato che Jonathan Saks, rabbino capo delle Congregazioni Ebraiche Unite del Commonwealth, la serata precedente (12 dicembre) era stato ricevuto in privato da Benedetto XVI e poi in pubblico presso l’Università Gregoriana ha esposto il piano concreto di una nuova forma di partenariato tra cristiani ed ebrei per “un’etica economica fondata sulle radici ebraico-cristiane”. In breve il rabbino ha preso atto che la prima svolta nelle relazioni ebraico-cristiane ha avuto luogo durante il Concilio Vaticano II e il primo post-concilio, ma essa era solo una svolta teologica; ora si tratta di operare una nuova e definitiva svolta pratica, politico-finanziaria simile a quella che hanno messo in atto i “leader politici d’Europa per cercare di salvare l’euro”. È giunta l’ora – ha detto il rabbino – di “iniziare un nuovo capitolo nelle relazioni ebraico-cristiane”: dalle relazioni teologiche “faccia a faccia” occorre passare alle relazioni pratiche politico-finanziare “fianco a fianco”. Egli ha auspicato, rifacendosi a Benedetto XVI, che ebrei e cristiani possano essere “assieme” una “minoranza creativa” di un Nuovo Ordine Mondiale contro le forze radicalmente e aggressivamente secolarizzanti.

 

La massoneria e la “nuova Messa” di Paolo VI: la de-latinizzazione voluta e deliberata

Per quanto riguarda la penetrazione della massoneria nell’ ambiente ecclesiale nel giugno del 1992 sul n. 6 del mensile 30 Giorni, si poteva leggere un articolo intitolato: «La Massoneria e l’applicazione della Riforma liturgica». Il sottotitolo: «“Scristianizzare mediante la confusione dei riti e delle lingue” è l’ordine contenuto in una lettera che il Grand’ Oriente avrebbe indirizzato a monsignor Bugnini, principale artefice della Riforma. È autentica? I risultati pratici, […], sembrano confermare l’esistenza di un progetto. Se fosse falsa, sarebbe segno che il pensiero massonico è mentalità dominante tra i cattolici. Senza che neppure se ne accorgano». All’ interno del mensile un Dossier liturgia di 16 pagine a cura di Andrea Tornielli ora affermato giornalista de Il Giornale e vicino all’Opus Dei, si interroga: «il latino è scomparso in soli cinque anni dalla Chiesa. Com’è stato possibile?». Tornielli parte “in quarta” e afferma a pagina 41, «Una Babele cercata». Ossia la confusione delle lingue liturgiche, dopo la soppressione pratica anche se non teorica del latino, è stata voluta e cercata scientemente e deliberatamente. Non è stato un ‘incidente di percorso’, o una ‘crisi di crescita’, come si è soliti dire in linguaggio curiale post-conciliare. L’Articolista constata che, se de jure il Concilio Vaticano II con la Sacrosantum Concilium non aveva abrogato il latino, se aveva lasciata la libertà alle conferenze episcopali di introdurre nel rito della Messa e negli uffici liturgici la lingua vernacolare, de facto «nel giro di appena cinque anni dalla fine del Concilio [1965], il latino era praticamente scomparso dai libri liturgici per essere interamente soppiantato dalle lingue nazionali» (p. 43) e quindi si chiedeva: «Come si è arrivati a “de-latinizzare” interamente prima il Messale e poi il Breviario dei preti?» (ivi). A questo punto Tornielli risponde citando la famosa lettera che il 14 luglio del 1964 il Gran Maestro della Massoneria del Grand’Oriente d’Italia avrebbe inviato a monsignor [An]nibale [Bu]gnini, chiamato in codice Buan, in cui si invita «a diffondere la s-cristianizzazione mediante la confusione dei riti e delle lingue. […]. La Babele linguistica e ritualistica sarà la nostra vittoria, come l’unità linguistica e di rito è stata la forza della Chiesa. […]. Il tutto deve avvenire entro un decennio» (p. 43). Il “fratello Buan” ovvero Annibale Bugnini ha, o avrebbe, risposto il 2 luglio del 1967. L’Articolista si chiede se le lettere siano autentiche, cosa difficile da dimostrare poiché scritte a macchina e fotocopiate da una “talpa” vaticana che «le avrebbe poi fatte avere ad alcuni Vescovi e Cardinali amici, tra cui l’Arcivescovo di Genova Giuseppe Siri e il Prefetto della Segnatura apostolica Dino Staffa». Se si dà credito alle lettere, conclude Andrea Tornielli, «sarebbe esistito un vero e proprio “progetto” di erosione all’interno della dottrina e della liturgia della Chiesa cattolica, ma potrebbe trattarsi di falsi. […]. Comunque i risultati ottenuti dalle riforme di Bugnini concordano pienamente con l’intento che vi è espresso» (p. 44). Vale a dire ammesso e non concesso che le lettere siano un falso, l’effetto che si prefiggevano si è avverato.

 

Il mondialismo religioso e Gaudium et spes

Per quanto riguarda la realizzazione del piano di unificazione del mondo intero, proposto da associazioni laicistiche e paramassoniche (Lion’s club, Rotary club, Unesco, Onu…), in un sincretismo religioso che esclude le religioni positive, e specialmente la cattolica, ritenute dai mondialisti come ostacoli che, coi loro dogmi, dividono gli uomini, è impressionante constatare come il piano sinarchico dei laicisti va di pari passo con quello dei neomodernisti, che con Giovanni XXIII hanno cercato di unificare ecumenicamente tutte le religioni. La Costituzione del Concilio Vaticano II Gaudium et spes (n. 42, § 3) insegna: “La Chiesa riconosce ciò che vi è di buono nel dinamismo sociale odierno e in particolar modo il movimento verso l’unità”. Paolo VI parlando all’Onu l’8 dicembre 1965 ha detto: “l’Onu rappresenta un cammino obbligato per la civiltà moderna. […] Voi esistete per unire le Nazioni, per associare gli Stati. […]. Voi siete un ponte tra i popoli. […]. Chi non vede la necessità di arrivare progressivamente a instaurare un’Autorità mondiale capace di agire sul piano giuridico e politico?” (Paolo VI, Discours au Concile, Paris, Centurion, 1966, p. 323 ss.) e il Documento Nostra aetate progetta in maniera dettagliata come “promuovere l’unità tra le religioni non-cristiane, tra gli uomini ed anche tra i popoli”.

La conclusione di tali premesse è stato il raduno panecumenista di Assisi 1986 ove con Giovanni Paolo II tutte le religioni hanno pregato il loro “Dio”, anche gli animisti e dentro le chiese cattoliche, ponendo persino Buddha sul tabernacolo.

 

Francesco I e la distruzione dell’Europa

Con il Pontificato di Francesco I (2013) il male si è aggravato notevolmente e si fanno ogni dì proclami pastorali da parte del Papa (come dottore privato) e delle Conferenza Episcopale Italiana (v. le esternazioni del Segretario della CEI monsignor Galantino e del suo Presidente, il cardinal Bagnasco, dell’agosto 2015) non solo per l’accoglienza dell’immigrazione di massa dei musulmani che vengono dall’Africa, ma anche della loro integrazione, ossia della nostra omologazione ai loro costumi, come vedremo oltre[13] e per di più in un Paese come l’Italia allo stremo delle forze economiche, politiche, morali, sociali, culturali e religiose.

Inoltre Francesco I ha risposto a Eugenio Scalfari: “Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare” (Repubblica, 1° ottobre 2013, pag. 3).

 

Saint-Yves d’Alveydre

Alexandre Saint-Yves d’Alveydre (1842 - 1909)[14] più che un filosofo è stato un depositario, continuatore, sistematizzatore pratico e volgarizzatore delle dottrine sinarchiche rosacraciane e comeniane. Tuttavia ebbe:

1°) l’intuizione del ruolo predominante che avrebbe dovuto svolgere Israele nella costruzione del futuro Nuovo Ordine Mondiale. Scrisse, infatti, sull’argomento un libro titolato Mission des Juifs nel 1882 (Paris, Calmann-Lévy, 1884; II ed. Paris, Editions Traditionelles, 1990, 2 voll.);

2°) progettò dettagliatamente di allargare la sinarchia dall’Europa (con Londra, Parigi e Bruxelles come capitali) al Mondo intero tramite la formazione di una Unione Europea con un Supergoverno transnazionale che unisse le varie chiese cristiane (tranne quella romana) in vista di una comunità economico/finanziaria[15] dominata dal denaro delle grandi banche. In breve, occorreva formare al di sopra delle Nazioni e delle Patrie un governo mondiale di scienziati e di professori, di banchieri e di economisti e al di sopra della Chiesa romana un consiglio federale o democratico delle varie chiese nazionali[16] dominate dalla Superchiesa, o meglio da quella Controchiesa che è la massoneria[17].

 

Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi

Nel Novecento tutto era pronto per rendere oramai pubblico l’antico piano segreto di Andreae e di Comenius, ripreso da Saint-Yves e fu Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi (1894 - 1972) a realizzarlo ai nostri giorni.

Kalergi, nato a Tokio ove suo padre (amico di Teodoro Herzl, il fondatore del Sionismo) era ambasciatore ed aveva sposato una principessa giapponese, fondò a Vienna (ove visse pur essendo cittadino francese) nel 1922 il “Movimento Paneuropeo”. Egli si era laureato in filosofia a Vienna nel 1917, si era sposato nel medesimo anno con una famosa attrice di teatro (Ida Roland) di origini israelitiche ed aveva cominciato ad interessarsi al progetto del Mondialismo e della Globalizzazione sotto la guida statunitense sin dal 1919.

Occorreva partire dalla Vecchia Europa per farne una Nuova Europa Unita, la Paneuropa o Magna Europa (come dicono oggi i teoconservatori italiani[18]). Nel 1923 uscì il libro principale intitolato Paneuropa (Vienna, Edizioni Paneuropa, 1923) in cui egli esponeva il cosiddetto “Piano Kalergi”, che in realtà era quello dei Rosacroce e della giudeo/massoneria. A questo volume ne seguirono altri, che sostanzialmente ripetono lo stesso tema apportandovi delle modifiche e novità accidentali dovute all’evolversi dei tempi (R. Ch. Kalergi, J’ai choisì l’Europe, Paris, Plon, 1952; Id., Storia di Paneuropa, Milano, Edizioni Milano Nuova, s. d.). Nel 1947 fondò l’Unione Parlamentare Europea. Nel 1950 fu insignito del Premio Carlo Magno ad Aachen per il suo impegno “europeista”. Secondo Kalergi “l ’immigrazione di massa è una necessità che serve a cancellare i Popoli e a controllare gli Stati. […]. Kalergi è un razzista biologico per il quale le caratteristiche fisiche, spirituali, caratteriali si tramandano per linee di sangue. La stirpe destinata a dominare i popoli europei è quella ebraica per motivi […] soprattutto di selezione eugenetica. […]. Occorre, infine, eliminare i Popoli attraverso il meticciato, mediante una immigrazione indiscriminata. […]. Nei meticci si uniscono spesso […] delle caratteristiche che li rendono facilmente manovrabili dalla nuova nobiltà di finanzieri e banchieri anglofoni[19].

 

Ultimi “ritocchi” del piano Kalergi

Il “Piano Kalergi” consiste essenzialmente nella distruzione totale della Vecchia Europa, iniziata con la prima guerra mondiale, proseguita con la seconda e terminata con l’Europa Unita (2000) di Bruxelles e l’attuale invasione di massa di milioni di musulmani provenienti dall’ Africa (2015). Kalergi aveva scritto che “occorre mischiare i popoli e le etnie europee con quelle asiatico/slave [ciò è avvenuto nel 1990 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II] e africane [avvenuta nel 2013-15 sotto Francesco I]”.

Il kalergiano ex Direttore dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) G. Brock Chisholm ha dichiarato: “tutti dovranno praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti in vista di creare una sola razza in un mondo unificato e dipendente da un’autorità centrale” (USA Magazine, 12 agosto 1955). La invasione dunque della Vecchia Europa da parte dei popoli dell’Est, degli slavi, degli asiatici e dei musulmani africani non è un fenomeno spontaneo come quello dei barbari germanici del V secolo d. C. (i quali vennero in Italia, portarono forza e sangue sano e si lasciarono civilizzare dalla Roma cristiana e benedettina), ma era stata progettata da Kalergi, realizzata dai «Padri fondatori» dell’Europa Unita (1945-1989) e poi ultimata dagli attuali governanti dell’Europa oramai distrutta (1990-2015) con l’avallo degli uomini di Chiesa, che dal Vaticano II in poi hanno sposato la filosofia della modernità. Non si possono tacere gli appoggi e le aperture di Giovanni XXIII e Paolo VI al Rotary, alla Massoneria, al Bené Berìt[20], all’Onu e l’attivazione pratica di Giovanni Paolo II e Francesco I a favore dell’invasione di massa dell’ Italia e della Vecchia Europa occidentale a partire dell’Est e dal Continente nero. Contra factum non valet argumentum. È triste doverlo ammettere ma è così e per il principio evidente di non-contraddizione non lo si può negare. La Repubblica e il Tempio Universali hanno agito di pari passo come aveva progettato l’Alta Vendita: “la Rivoluzione in cappa e tiara, fatta dal clero sotto un Papa secondo i nostri bisogni”[21].

      

  1. a) L’inizio della realizzazione del piano Kalergi

Molte furono le personalità della stampa, dell’alta finanza e della politica europea e mondiale che aderirono al Movimento Paneuropa con sede a Vienna: i maggiori quotidiani statunitensi: New York Times e New York Herald Tribune; Winston Churchill (1874-1965) più volte Ministro dal 1908 al 1922, Primo Ministro dell’Inghilterra dal 1940 al 1945 e dal 1951 al 1955; Hjalmar Schacht (1877-1970) Presidente della banca Tedesca; Konrad Adenauer (1876-1967) fondatore della Democrazia Cristiana Tedesca e Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1949 al 1963; Robert Schumann (1886-1963) Primo Ministro francese dal 1947 al 1948 e fondatore della Democrazia Cristiana francese; Alcide De Gasperi (1881-1954), Segretario del Partito Popolare Italiano dal 1923 al 1925, poi Segretario della Democrazia Cristiana d’Italia dal 1944 al 1946, Primo Ministro dal 1945 al 1953, firmò il Trattato o il Diktat di Pace con gli Alleati nel 1947 fortemente criticato persino da Benedetto Croce; John Foster Dulles (1888-1959) Segretario di Stato degli Usa dal 1953 al 1959 sotto la presidenza Eisenhower; Edvard Benes (1884-1948) Ministro degli esteri della Repubblica Cecoslovacca dal 1918 al 1935, poi Presidente della Repubblica dal 1935 al 1938 e dal 1946 al 1948; Edouard Herriot (1872-1957) Primo Ministro della Francia dal 1924 al 1925 e nel 1932; Sigmund Freud (1856-1939) il fondatore della Psicoanalisi; Francesco Nitti (1868-1953) Primo Ministro dal 1919 al 1920; Benedetto Croce filosofo liberale, immanentista e Ministro del governo Badoglio di Salerno dal 1943 al 1945, deputato del Partito Liberale Italiano dal 1946 al 1948 (1866-1952).

 

  1. b) Il termine della realizzazione del piano Kalergi

Nel 2010 il Cancelliere Federale tedesco Angela Merkel è stato insignito del Premio Kalergi e nel 2012 il premio è toccato al Presidente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy. Oramai il piano non è più segreto e i suoi esecutori sono premiati pubblicamente. Assistiamo, infine, umanamente impotenti all’ invasione dell’Italia e dell’Europa anche da parte della manovalanza dell’Isis, benvista dai politici (tranne poche eccezioni), dagli intellettuali politicamente corretti, dai giornalisti di regime e soprattutto dagli uomini di Chiesa “teologicamente corretti” (Galantino, Bagnasco, Bergoglio), anche qui con poche e rare eccezioni.

 

Conclusione

Come andrà a finire? Solo Dio lo sa con certezza, anche se la risposta più probabile è la de-cattolizzazione totale delle ultime Nazioni europee cattoliche (e purtroppo, solo) di nome. Noi, tuttavia, dobbiamo far quel che umanamente possiamo per impedire che ciò avvenga, ma soprattutto dobbiamo confidare nell’ aiuto del Signore data l’imparità delle forze in campo, tenendo conto del cedimento e dell’arrendevolezza degli europei e dei loro capi civili ed ecclesiastici nel subire o, addirittura, nel desiderare l’entrata del “cavallo di Troia” nella nostra terra coll’ aggravante che ora Ulisse e i suoi soldati non sono nascosti nel ventre del cavallo, ma sono ben visibili a bordo degli scafi che noi andiamo a trainare e far attraccare sulle nostre coste mentre i pochi Laocòonte attuali sono derisi. È pazzesco, ma è così.

C’è molta logica in questa follia” direbbe Shakespeare: un mondo che inizia con la folle affermazione di “grandi” filosofi secondo cui il pensiero crea la realtà (Cartesio, Kant, Hegel) non può non terminare nel delirio suicidario nichilistico (Nietzsche, Freud, Adorno, Marcuse, Sartre e sessantottini). Stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato. Ora “chi semina vento raccoglie tempesta”. Quindi prepariamoci ad un terribile tsunami, un “Diluvio di fuoco” (S. Luigi Grignion de Montfort).

Faustinus

 

[1] Cfr. H. Ch. Puech (diretta da), Storia delle religioni, Bari, Laterza, 1977, vol. III, S. Hutin ( a cura di), Lo spiritismo e la società teosofica, p. 636 ss. Cfr. P. Mariel, Le società segrete che dominano il mondo, Firenze, Vallecchi, 1976.

[2] Cfr. H. Ch. Puech (diretta da), Storia delle religioni, Bari, Laterza, 1977, vol. III, A. Faivre (a cura di), L’esoterismo cristiano dal XVI al XX secolo, p. 580 ss.

[3] Cfr. Alexandrian, Storia della filosofia occulta, Milano, Mondadori, 1984.

[4] Cfr. Jean Piaget (a cura di), Giovanni Amos Comenio (1592-1670). Pagine scelte, Firenze, Bemporad-Marocco, 1960; M. Denis, Un certain Comenius, Paris, PUF, 1992; Epiphanius, Massoneria e sette segrete, Albano Laziale, Editrice Ichthys, II ed. 2002, III ed., Napoli, Controcorrente, 2007.

[5] J. Piaget (a cura di), Giovanni Amos Comenio (1592-1670). Pagine scelte, Firenze, Bemporad-Marocco, 1960, p. 31.

[6] Cfr. H. Delassus, Il problema dell’ora presente, 2 voll., (1904, tr. it., 1907), III ed. italiana, Proceno (VT), Effedieffe, 2014-2015; cfr. A. Romeo, voce Apocalittica, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1948, I vol., col. 1615 ss.; F. Spadafora, Dizionario Biblico, III ed., 1963, Roma, Studium, voce Apocalittica, p. 42 ss.; Id., Dizionario Biblico, III ed., 1963, Roma, Studium, voce Messia, p. 410 ss.; G. Ricciotti, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1952, vol. VIII, voce Messia, coll. 843-849.

[7] II ed. Praga, Editrice Orbis, 1950. Si noti il titolo “Pan-orthosia” ossia pan/tutto-universale e orthos/ordine-legge, che esprime già nel 1644 il concetto di Globalizzazione, di Unificazione e di Mondialismo totalitario, ossia il “Nuovo Ordine Mondiale” realizzato a partire dalla prima guerra nel Golfo persico contro l’Iraq (come dichiarò G. Bush senjor nel 1990) e portato ancora più in là da Bush jr nel 2003 e poi da Obama con le «Primavere arabe» dal 2011 sino ad oggi.

[8] Cfr. M. Pinay, Complotto contro la Chiesa, II ed., Proceno (VT), Effedieffe, 2015.

[9] Alec Mellor, Dictionnaire de la Franc-Maçonnerie et des Francs-Maçons, Parigi, Belfond, 1989, p. 115.

[10] Jacob Frank (†1791) era un marrano apparentemente fattosi cattolico e può essere considerato un precursore del modernismo, in quanto come i modernisti non voleva uscire dalla Chiesa, ma restare apparentemente in essa, pur non condividendone interiormente il Credo, e, ciò per cambiarla dal di dentro. Lo storico Arthur Mandel cita Frank, che scriveva così: “noi dobbiamo accettare esteriormente la religione cristiana per sembrare, in pubblico, cristiani […] tuttavia non dobbiamo mischiarci con i veri cristiani” (A. Mandel, Il Messia militante, Milano, Arché, 1984, p. 84). A sua volta Frank era un discepolo del falso messia Shabbataj Zevi (†1676). Secondo lo studioso tedesco Gershom Scholem (La Cabala, tr. it., Roma, Mediterranee, 1992, p. 359) Jacob Frank si riteneva la “reincarnazione” di Sabbataj Zevi e loro due gli “emissari incarnati” del “Grande Fratello” ossia il diavolo (ivi, p. 284). Cfr. anche G. Scholem, Sabbetay Zevi. Il messia mistico, Torno, Einaudi, 2001.

[11] Cfr. E. Ratier (†agosto 2015), Misteri e segreti del B’nai B’rith, CLS, Verrua Savoia (TO), 1996; N. Goldaman, Staatmann ohne Staat. Autobiographie, Koln-Berlin, 1970, tr. ingl., Memories, Londra, Weidenfeld & Nicolson, 1970.

[12] Cfr. anche J. Madiran, in Itinéraires, autunno 1990, n. III, pagg. 1-20.

 

[13] Il cardinal Giacomo Biffi (†luglio 2015) nel 2000 aveva scritto in due Lettere Pastorali alla sua Diocesi di Bologna (Islam e Cristianesimo, 6 agosto 2000; La città di San Petronio nel terzo millennio, 12 settembre 2000), che se l’Italia e l’Europa non fossero tornate seriamente alle loro radici cristiane sarebbero state islamizzate ed aveva previsto che l’attacco finale dell’islam non sarebbe tardato ad arrivare sino a noi.

[14] J. Servier (diretto da), Dictionnaire critique de l’ésotérisme, Paris, PUF, 1998, voce Néotemplarisme, pp. 919-920.

[15] Saint-Yves usa il termine “empirio/crazia”, che vuol dire governo dei tecnici o empiristi i quali si rifanno alla filosofia sensista dell’illuminismo empirista inglese del XVIII secolo e alla sua dottrina economica, che è il neoliberismo.

[16] Recentemente Francesco I ha parlato di “Onu delle religioni” in maniera positiva.

[17] Il quotidiano Libero (2 novembre 2013, p. 17) titola a caratteri cubitali: “Direttiva di Bruxelles per educare alla sessualità: la masturbazione insegnata a i bambini di 4 anni, a 6 anni si spiega l’amore gay, a 9 i contraccettivi, a 12 l’aborto”. Siamo arrivati al capo linea del piano Kalergi. Questa situazione è paragonabile alla condizione dell’umanità ai tempi di Noè (Genesi, VI, 5 – IX, 17).

[18] Marco Respinti del movimento piacentino di Alleanza Cattolica, fondato da Giovanni Cantoni e diretto attualmente da Massimo Introvigne, scrive sul Domenicale: “Oggi [esiste] un’altra Europa che abita tra America, Gran Bretagna e Israele (…), l’Europa-civiltà non è solo l’Europa-continente, esiste la Magna Europa” (Domenicale, 27 agosto 2005, p. 1). Cfr. Thomas E. Woods jr., Guida politicamente scorretta alla storia degli Stati Uniti d’America, Crotone, 2009, Introduzione di Marco Respinti, Collana diretta da Giovanni Cantoni.

Franz Josef Otto d’Asburgo-Lorena (1912 - 2011), l’ultimo erede al trono dell’Impero di Austria-Ungheria, è il primo degli otto figli di Zita di Borbone-Parma (1892-1989) e Carlo I di Asburgo-Lorena (1887-1922), che fu l’ultimo Asburgo a sedere sul trono austro-ungarico, essendo succeduto al prozio Francesco Giuseppe I (1830-1916) nel 1916, nel pieno del primo conflitto mondiale.

Cristianità il mensile piacentino organo ufficiale di Alleanza Cattolica, il movimento neoconservatore italiano (strettamente legato alla TFP brasiliana fondata dal dr. Plinio Correa de Oliveira) diretto da Giovanni Cantoni e Massimo Introvigne scrive: “Conclusasi la Seconda Guerra Mondiale […] si apre un nuovo scenario, in cui acquistano altresì sempre più spazio gl’ideali paneuropei. […]. Dal 1973 al 2004, Otto è presidente dell’Unione Paneuropea Internazionale — in cui era entrato fin dal 1936 —, associazione fondata nel 1922 dal nobile austriaco Richard Nicolaus de Coudenhove-Kalergi (1894-1972) per stimolare gli Stati europei a dar vita a istituzioni sovranazionali federali” (Cristianità, n. 361, 2011). Come si vede la “Magna Europa” di cui parlano Cantoni, Introvigne e Marco Respinti (M. Respinti, Domenicale, 27 agosto 2005, p. 1) è la Paneuropa massonica e mondialista dell’occultista e rosacroce Kalergi.

[19] Cfr. Mario Bernardi Guardi, Libero, 21 giugno 2015; sì sì no no, agosto 2015, pp. 6-7.

[20] Cfr. E. Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rith, CLS, Verrua Savoia (TO), 1996.

[21] Cfr. H. Delassus, Il problema dell’ora presente, 1907, III ed. italiana, Proceno (VT), Effedieffe, I vol., cap. XXXIII, pp. 316-332.