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Categoria: Anno 2014

LA “GRANDE ERESIA” (Marcel De Corte) Seconda parte

Chi semina vento raccoglie tempesta

Non ci deve meravigliare, dopo quanto abbiamo detto, se vediamo sotto i nostri occhi “triboli e spine” o “il fumo di satana nel Tempio di Dio” (Paolo VI). Da una tale inversione di ragione e Religione non potevano nascere che frutti avvelenati: parapsicologia, magia, occultismo, massoneria, ossia una “contro-chiesa”.

Infatti per la Tradizione apostolica l’alternativa radicale è “o Dio o l’Io” (S. Agostino) mentre per la modernità l’Io è avanti Dio, onde “l’apoteosi dell’Uomo”, che è il vertice del satanismo (Pio XII). Tra di esse vi è un’ opposizione di contraddizione per diametrum: la vera Religione adora Dio, la modernità adora l’Uomo. La modernità è la “città di satana” (S. Agostino), la vera Religione è la “città di Dio” (S. Agostino), tra di esse non vi è continuità luminosa, ma rottura e opposizione tenebrosa o infera.

Ogni corrente della modernità, in quanto primato dell’Io, si trova in rottura con la vera Religione che afferma il primato di Dio ed è in rottura sia se vuol far coincidere panteisticamente Dio e il mondo (Spinoza), sia se vuol far creare idealisticamente Dio dal Pensiero (Hegel), sia se vuol negare Dio materialisticamente e ateisticamente (Marx) o addirittura ucciderlo nichilisticamente (Nietzsche).

 

Purtroppo il modernismo, divenuto neo-modernismo, ha invaso e conquistato l’ambiente ecclesiale sino al vertice a partire dal 1959.

La negazione di ogni autorità

La democrazia moderna, il cat  to/liberalismo o il modernismo sociale negano la gerarchia, l’ordine, la finalità, l’Ordinatore primo e supremo. Il principio rivelato in San Paolo “non est Auctoritas nisi a Deo” viene rivisto e ribaltato soggettivisticamente e immanentisticamente così: “non est Auctoritas nisi ab homine”. S. Pio X nella Lettera di condanna del Sillon (la democrazia-cristiana francese[1]) di Marc Sangnier (Notre charge apostolique 25 agosto 1910), la quale riprende l’Enciclica Graves de communi re di Leone XIII (18 gennaio 1901), spiega che la democrazia moderna è fondata sull’autonomia dell’individuo da ogni autorità anche divina, sull’ emancipazione non solo sociale/politico-economica, ma anche intellettuale, filosofica e teologica. Quindi essa porta alla rottura di tutti i vincoli sociali, di ogni gerarchia tra le creature e di ogni rapporto con il Creatore: “Ogni ordine, ogni precetto sarebbe un attentato alla Libertà assoluta dell’individuo, la subordinazione ad un ente superiore sarebbe una diminuzione e uno svilimento dell’uomo e l’ obbedienza non è più una virtù, ma un difetto. Tutti gli uomini sono totalmente eguali [senza differenze accidentali], ogni diversità sarebbe un’ ingiustizia. […]. La vera personalità umana è quella cosciente di sé, forte, indipendente, autonoma, senza maestri né autorità, ma che obbedisce solo a se stessa. […]. La democrazia moderna è un sogno che trascina l’uomo, ‘cieco guidato da un altro cieco’, sulla via dell’ illusione dove l’attende la fossa dell’errore e della passione disordinata” (ivi).

 

 

De Corte definisce, perciò, la democrazia moderna “l’organizzazione della disorganizzazione, ossia un cerchio quadrato, una dis/società di dis/gregazione sociale, che nega i vincoli reali orizzontali tra le creature e quelli verticali con il Creatore” (pp. 22-23).

La fine delle Nazioni

La fine delle Nazioni era stata prevista da S. Pio X e la prima grande guerra è stata il preludio e il trampolino di lancio verso il Mondialismo globalizzante. Marcel De Corte commenta: “La Patria o la Nazione (dal latino nasci/nascere) non c’è più[2]. È rimasto un pulviscolo d’ individui dispersi, separati, chiusi autisticamente ognuno nella propria soggettività assoluta, che i manipolatori dello Stato moderno tentano di globalizzare nello stampo di una medesima in-coscienza e opinione immaginaria e soggettiva” (p. 25). Purtroppo questa previsione del 1969 oggi (2014) si è quasi totalmente realizzata. Basta pensare alla Siria e all’Ucraina dove assistiamo ad un vero e proprio “ultimo assalto” del Nuovo Ordine Mondiale demo/pluto/giudaico/massonico contro il Vicino Oriente (Libia, Tunisia, Palestina, Egitto e Iraq) e Medio Oriente (Russia di Putin e Iran) non ancora travolti dalla valanga del liberalismo democraticista atlantico.

Le conseguenze pratiche del soggettivismo/l’apostasia

All’origine della crisi della società civile e di quella religiosa, secondo S. Pio X, vi è un male intellettuale, che ha delle conseguenze pratiche: l’agnosticismo soggettivista e relativista. Questo comporta tre deviazioni: 1) la rottura dei vincoli metafisici e morali, che legano l’uomo, “animale razionale”, al Creatore; 2) la rottura dei legami sociali, che uniscono gli uomini, “animali politici”, tra di loro; 3) infine queste due cesure interagiscono tra di loro e  generano e ά) l’errore metafisico comporta un disordine sociale mentre β) l’errore politico comporta una deficienza metafisica della capacità raziocinativa umana nel risalire dagli effetti alla causa, dalle creature al Creatore, dalla natura all’Autore della natura. Infatti “l’uomo è per natura e assieme animale razionale e sociale”, capace di conoscere la verità e fatto per vivere assieme agli altri o in società[3] (familiare, politica e religiosa). Quindi, se si diminuisce la sua ragionevolezza ne risente la sua socievolezza e viceversa, se si rovina la socievolezza dell’uomo, ne risente anche la sua ragionevolezza e soprattutto quella verticale o teologica naturale, che lo mette in rapporto con la Causa prima (De Corte, p. 26).

L’errore teorico/dogmatico del modernismo e quello pratico/ politico della democrazia moderna  hanno la stessa fonte: “il ripiegamento incestuoso dell’uomo su se stesso, la proclamazione della sua autonomia radicale (“eritis sicut Dii”), il culto dell’Io a livello filosofico/ individuale e morale/sociale. Il naufragio della ragione e della fede” (De Corte, ivi).

Da certi princìpi seguono immancabilmente determinate conclusioni. Per esempio, se l’uomo è assoluto, deve vivere per adorare se stesso (immanentismo/ democraticismo), mentre se l’uomo è contingente, deve dipendere da un Essere necessario, che è Dio (trascendenza/gerarchia).

Il soggettivismo distrugge ogni stabilità, ordine, tranquillità individuale e sociale. Nella prospettiva del modernismo dogmatico e sociale non vi è più una verità permanente, la quale è “la conformità del pensiero alla realtà” (Aristotele). Il modernismo, come il soggettivismo (cartesiano, kantiano ed hegeliano), ha rotto con la realtà extramentale. Quindi, per il modernista come per il soggettivista, la verità reale ed oggettiva non esiste più, ma coincide con l’idea che io ho della realtà.

Politicamente, scrive S. Pio X condannando il Sillon, il relativismo soggettivista provoca una “rivoluzione permanente”, che genera un “vasto movimento di apostasia organizzato in tutti i Paesi per stabilire una Chiesa universale senza dogmi né gerarchia né regola per lo spirito né freno per le passioni e che, sotto il pretesto della libertà e della dignità umana, riporterebbe nel mondo, se potesse trionfare, il regno legale dell’astuzia e della forza e l’oppressione dei deboli, di quelli che soffrono e lavorano”[4] (Notre charge apostolique, 25 agosto 1910).

 

L’utopia del culto dell’uomo e dell’umanità

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[1] Cfr. H. Delassus, La Démocratie Chrétienne, Lille, Desclée, 1911 ; D. Composta, Questione cattolica e questione democristiana, Padova, Cedam, 1987.

[2] Cfr. J. De Viguerie, Les deux patries, Bouère, DMM, 1998.

[3] Cfr. J. Mienvielle, Conceptiòn catòlica de la polìtica, Buenos Aires, 1932.

[4] Già Nicolò Machiavelli (XVI secolo) nella sua opera più famosa Il Principe parlava della “astuzia della volpe e della forza del leone” con cui deve governare il Principe moderno per contrapposizione a quello tradizionale.