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MARIA REGINA

Re e Regina vengono dal verbo latino regere ossia condurre qualcuno o qualcosa al fine, perciò vengono chiamati Re e Regina “coloro che hanno il compito di governare e guidare i sudditi e la società civile al proprio fine” (S. Tommaso, De regimine principum, lib. I, cap. 1). Quindi il Re e la Regina (o i Capi di Stato in genere) hanno un vero primato di giurisdizione e di dominio, non solo di onore, sopra i membri della società che essi reggono.

Regina è un termine che ha tre tipologie:

a) la Regina madre del re;

b) la Regina sposa del Re;

c) la Regina che governa come se fosse Re (v. Gran Bretagna, Olanda).

Maria SS. ha soltanto le prime due mansioni. Infatti Colui che  governa in maniera principale il mondo, la Chiesa e le anime è Gesù, Maria è sua Madre, sposa dello Spirito Santo, ed è Regina solo subordinatamente a Cristo.

La Regalità di Maria è una verità almeno prossima alla Fede, che si trova nella S. Scrittura, nella Tradizione, nel Magistero e nella Liturgia ed è spiegata dalla ragione teologica.

 

Il Magistero

Pio XII nell’Enciclica Ad coeli Reginam (11 ottobre 1954)[1] riprende tutti i Documenti dei Romani Pontefici che hanno insegnato tale verità in maniera costante da papa San Martino I (†654) sino a Pio XI (†1939), ossia per 1300 anni consecutivi. Tra i Papi spiccano Pio IX (Allocuzione Quod votis omnibus, I sess. Concilio Vaticano I, 8 dicembre 1868), che invoca Maria “Ecclesiae Regina” ed afferma la Regalità universale di Maria (Bolla Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854) e Leone XIII che nelle sue 9 Encicliche mariane parla più volte di Maria “Regina dell’Universo”.

I Romani Pontefici specificano con Magistero autentico, ordinario, ma infallibile in quanto costantemente ripetuto (v. Pio IX, Tuas libenter, 1863), che la Regalità di Maria non è solo nominale, di onorificenza, ma reale e di giurisdizione, ossia che Ella partecipa secondariamente e subordinatamente alla Regalità di Cristo, il quale conduce con vero potere il Mondo, la Chiesa, la intelligenza e volontà degli uomini, che cooperano con Lui, al loro fine (v. Pio XI, Enciclica Quas primas dell’11 dicembre 1925 sulla Regalità sociale di Cristo e la festa liturgica di Cristo Re da celebrarsi nell’ultima domenica del mese di ottobre).

 

La S. Scrittura

Nel Vangelo di San Luca (I, 26-38) l’Angelo Gabriele annuncia a Maria che è stata prescelta a diventare Madre di un Figlio “il cui Regno non avrà mai fine” (Lc., I, 33-34). In secondo luogo S. Elisabetta chiama Maria “Madre del mio Signore” (Lc., I, 43). Infine l’Apocalisse (XII, 6. ss.) ci presenta Maria, Vincitrice assieme a Cristo nella lotta contro il serpente, come era stato profetizzato nella Genesi (III, 14-15).

I Padri hanno interpretato comunemente tali passaggi biblici nel senso che dalla Regalità primaria del Figlio deriva alla Madre una Regalità subordinata.

 

La Tradizione apostolica e patristica

S. Giovanni Damasceno (De Fide ortodoxa, IV, c. 14, PG 94, 1158) scrive: “Maria nel momento in cui divenne Madre del Creatore (Lc., I, 26-38) è diventata veramente Signora e Regina di tutta la creazione”.

Origene (Homil. VII in S. Lucam, PG 13, 1902) chiama Maria “Mia Signora, Sovrana e Regina”.

S. Efrem (De Sancta Maria Deipara, PG 92, 1368) presenta Maria come “Madre del Re”.

S. Girolamo (Liber de nominibus hebraicis, PL 29, 842 ) seguito da S. Pietro Crisologo (Sermo 142, De Annuntiatione BVM, PL 52, 579) spiega che Maria in ebraico significa “Signora e Regina”.

S. Metodio (VI sec.) riferisce che Maria viene chiamata “vera Regina” (PG 18, 359).

S. Giovanni Damasceno parla di Maria “Regina e Sovrana di ogni creatura” (Hom. II in Dormit. BVM, PG 96, 721).

Berengardo, un monaco del IX secolo, nella sua Expositio in Apocalypsin (PL 17, 763-907) commenta l’Apocalisse (XII, 6-14) alla luce della Genesi (III, 14-15) nel passo che descrive la ‘Donna’ (Maria), suo Figlio (Gesù Cristo e i Cristiani) e il Dragone rosso che è il ‘serpente’ infernale, ossia satana e i suoi seguaci (cfr. Ap., XX, 2).

Il Dragone sferra un primo attacco contro il Figlio appena nato dalla Donna, ma Costui sfugge ai suoi attacchi ed è rapito in Cielo; in una seconda offensiva il Dragone attacca la Donna, che ha appena dato alla luce il Figlio, ma anche Costei sfugge alle sue insidie e si rifugia nel deserto, simbolo della protezione divina (Ap., XII, 6 e 14), il quale inghiotte l’ondata d’acqua lanciata dal Serpente infernale per affogare la Donna; nella terza offensiva il Dragone attacca con ostilità, ‘inimicizia’, i figli o il ‘seme’ e il ‘tallone’ (Gen., III, 15) della Donna e di Gesù, ossia i Cristiani e la Chiesa, ma, grazie al Sangue dell’Agnello e ai dolori spirituali di Maria, essi vincono, come Re e Regina, il Dragone (“Ipsa conteret caput tuum”). La Chiesa, infatti, è il Corpo Mistico di Cristo, il Verbo Incarnato nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo; conseguentemente i Cristiani, membri della Chiesa, e la Chiesa, figlia di Gesù e Maria, vincono il Dragone, sotto la bandiera di Cristo Re e Maria Regina, in virtù del Sangue fisico e mistico di Gesù e di Maria Corredentrice (Ap., XII, 11)[2].

L’idea fondamentale, dal primo Libro Sacro dell’Antico Testamento (Genesi) all’ultimo Libro del Nuovo Testamento (Apocalisse), è la piena vittoria di Cristo Re e Maria Regina su satana e i suoi suppositi. Ora nell’Apocalisse San Giovanni presenta Maria come Madre  del vero Re dell’Universo (Ap., XII) in lotta con satana, il falso Re, che è il “Principe di questo mondo” (Gv., XII, 32; XIV, 30; XVI, 11). Maria quindi è Regina a tutti gli effetti per diritto di natura (in quanto vera Madre di Gesù) e di conquista (in quanto Corredentrice)[3].

Nell’XI secolo S. Pier Damiani (Sermo XL in Assumptione BVM, PL 144, 717) specifica che Maria è Regina in quanto “Domina Mundi; coeli Regina”. S. Anselmo d’Aosta chiama Maria “Regina misericordiosissima” (Oratio XLVI, PL 158, 942).

Con la Scolastica S. Bonaventura e lo pseudo Alberto Magno (Mariale, 168, Opera omnia, 20, p. 123) specificano che Maria è Regina di tutte le creature in senso formale e stretto come Madre di Cristo e Sposa dello Spirito Paraclito.

Nel XV secolo S. Bernardino da  Siena riprende e approfondisce il tema della Regalità mariana. Nel XVI domina S. Pietro Canisio. Nel XVII F. Suarez e S. Lorenzo da Brindisi. Nel XVIII S. Alfonso de’ Liguori e S. Luigi Grignion de Montfort approfondiscono e divulgano la dottrina della Regalità di Maria.

 

La ragione teologica della regalità di Maria

A causa della Maternità divina Maria deve chiamarsi ed è, in quanto Madre di Cristo Re, Regina del Mondo, della Chiesa e delle anime. Infatti Cristo è vero Re dell’ Universo, per natura come Dio e per conquista come Redentore. Maria perciò è vera Regina per natura (Teotokòs) e per conquista (Corredentrice).

Il modo della Regalità mariana è analogo alla regalità di Cristo. Infatti Maria non è la Regina che governa, ma è la Madre del Re e sua Sposa.

In maniera più esatta si può dire che la questione è disputata tra quattro categorie di teologi, i primi dei quali esagerano la portata della Regalità di Maria.

La prima categoria di teologi con L. De Gruyter (De Beata Maria Regina, Boscoduci, 1934) ; E. Mura, (Le Corps Mystique du Christ, Parigi, 1934, vol. II, cap. X, p. 157 ss,) ; G. Friethoff, (De alma Socia Christi Mediatoris, Roma, 1936), intende, esagerando, la Regalità di Maria in senso univoco, quasi fosse la Regina che governa primariamente con tutti i poteri del Re, come avviene in Olanda o Inghilterra, mentre la Regina madre o sposa (se vi è un Re principale, che nel caso nostro è Gesù) non ha il triplice potere legislativo, giudiziario ed esecutivo per governare i suoi sudditi.

La seconda categoria con P. Barré risponde che la Regalità della Regina madre o sposa non è identica a quella del Re primario effettivamente regnante, ma solo analoga in quanto esercita sul Re regnante in atto un certo influsso di intercessione e di prestigio morale e personale. Secondo P. Barré, che erra per difetto, Ella esercita il suo influsso solo direttamente sul Re e indirettamente, tramite la sua intercessione e il suo prestigio morale su di lui, sopra i sudditi (cfr. P. Barré, Marie, Reine du Monde, in “Boll. Soc. Franç. Et. Mar.”, n. 1, 1937, p. 33 ss.).

La terza categoria con C. Dillenschneider compie un passo avanti, ma non ancora definitivo, aggiungendo all’influsso indiretto per intercessione e prestigio sul Re, anche un certo dominio o potere, secondario e subordinato e solo di intercessione, di Maria sui suoi sudditi nell’ordine della grazia, in quanto Madre fisica di Dio e Corredentrice subordinata. Infatti la Legge del Nuovo Testamento è Legge di grazia (San Tommaso, S. Th., I-II, q. 116, a. 1) e Maria è veramente “Mater gratiae”, anche se in maniera secondaria e subordinata a Cristo (C. Dillenschneider, De la souveraineité de Marie, Congresso Mariologico di Boulogne-sur-mer, luglio 1938, pp. 126 ss.).

Certamente Maria nel dominio della grazia santificante dipende da Cristo, sia nel suo acquisto (Corredenzione oggettiva) che nella sua dispensazione (Corredenzione soggettiva). Ora il concetto e la natura di Re comportano, secondo San Tommaso (De regimine principum), due caratteristiche essenziali: a) la preminenza o primato di ordine ontologico e statico (ordine fisico) su tutti i sudditi; b) il dominio operativo e dinamico (ordine morale o di comando pratico) su coloro, che dirige verso il fine. Senza il primo ed il secondo elemento non vi è vera Regalità. Inoltre Re  e Regina si completano vicendevolmente e gerarchicamente come l’uomo e la donna, il marito e la  moglie, l’anima e il corpo, di modo che dalla loro cooperazione risulta un principio totale di primato e di dominio governativo in cui la Regina partecipa il potere (primato e dominio) del Re.

Infine la quarta categoria centra la questione asserendo che Maria è veramente Regina con il primato e il dominio partecipato e subordinato a quello di Cristo (P. Franquesa – F. Sebastiàn, Qaestiones de Regalitate Mariae, in “Eph. Mar.”, n. 5, 1955, p. 398 ss.). Perciò il titolo di Maria regina non è una metafora (come la rosa è  la regina dei fiori), ma ha un valore reale (primato di dominio e non solo di onore): “Maria partecipa realmente la dignità regale di Cristo” (Pio XII, Ad coeli Reginam, 1954).

Padre Gabriele Roschini aggiunge che il termine Re/Regina ossia Capo che governa si può dire sia del padre di famiglia, sia del Capo di una Nazione. In tal senso si verifica l’analogia tra la Regalità di Cristo e di Maria, ma la cosa o realtà significata dal termine è la stessa, ossia la preminenza e il dominio sui sudditi, secondo una certa ‘somiglianza dissomigliante’ o analogia, cioè si tratta in Cristo di una Regalità principale e in senso stretto, mentre in Maria di una Regalità materna e sponsale subordinata. Quindi Maria è vera Regina anche se non identicamente a Cristo Re, in quanto come Madre di Dio e Corredentrice subordinata partecipa  della Regalità di Gesù (vero Dio e principale Redentore), come specifica Pio XII nell’Enciclica Ad coeli Reginam, nn. 12-14.

Maria, in quanto facente parte intrinsecamente dell’ordine ipostatico, come Madre di Dio ha un primato che sorpassa tutte le creature spirituali e razionali (Angeli e Santi) che si trovano nell’ordine della grazia, il quale è inferiore all’ordine ipostatico. Perciò Maria ha anche un vero e proprio dominio su tutto il creato (“cum Christo et sub Christo”). Cristo come si serve della sua Umanità sussistente nella Persona divina del Verbo, dei Sacramenti e dell’ intercessione degli Angeli e dei Santi quali cause strumentali per produrre la grazia, così si serve di Maria per redimere e distribuire ogni grazia al genere umano (Ad coeli Reginam, n. 17; Pio XII Discorso del 1° novembre 1954, in “L’ Osservatore Romano”, 2-3 novembre 1954).

Maria partecipando, in maniera subordinata, il primato su tutti, il dominio e l’influsso diretto di Cristo sulle creature spirituali, è causa strumentale e fisica, libera e cosciente di Cristo nella distribuzione della grazia ad ogni creatura razionale (come il pennello nelle mani del pittore è causa strumentale fisica, ma inanimata, del dipinto)[4].

Maria, perciò, in quanto Madre di Dio, è anche e conseguentemente Corredentrice, Dispensatrice universale, Madre spirituale della Chiesa e dei cristiani, Regina dell’ Universo, della Chiesa e dei cristiani. La Maternità divina fisica di Maria è un dogma di Fede rivelata e definita solennemente o straordinariamente nel Concilio di Efeso (431); gli altri titoli sono per lo meno definibili o prossimi alla Fede se non già di Fede rivelata (S. Scrittura e Tradizione) e, in ogni caso, insegnata dal Magistero Pontificio Ordinario in maniera costante e quindi infallibilmente (cfr. Pio IX, Tuas libenter, 1863).

* * *

La “nuova  mariologia” conciliare e postconciliare, pur senza negare esplicitamente queste verità, di fatto le edulcora, le sminuisce e le minimizza per non dispiacere ai Protestanti, che odiano Maria (cfr. S. Luigi Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione alla Vergine Maria) e questo, sempre secondo il Santo, è un “segno di riprovazione”. Pertanto, se vogliamo salvarci, dobbiamo tornare alla sana Mariologia preconciliare.

Efrem


[1] Con la quale ha istituito il 1° novembre 1954 la ‘Festa liturgica di Maria Regina’ per la Chiesa universale da celebrarsi il 31 maggio a conclusione del Mese di Maria.

[2] Cfr. F. Spedalieri, Maria et Ecclesia in Apocalypsi XII, in “Maria et Ecclesia”, n. 30, 1959, pp. 61-70; G. M. Roschini, Dizionario di Mariologia, Roma, Studium, 1961, p. 43; T. Trabucco, La Donna ravvolta dal sole (Apoc., XII) nell’esegesi cattolica post-tridentina, Roma, 1907; A. Rivera, “Inimicitias ponam (Gen., III, 15) - “Signum magnum” (Apoc., XII, 1), in “Verbum Dei”, n. 21, 1941, pp. 113-122; 183-189; F. M. Braun, La Femme vetue de soleil (Apoc., XII), in “Revue Thomiste”, n. 55, 1955, pp. 639-669; B. J. Le Frois, The Woman clothed with Sun (Apoc., XII), Roma, 1954;  L. Cerfaux, La vision de la Femme et du Dragon dans l’Apocalipse en relation avec le Protévangile, in “Ephem. Theol. Lov.”, n. 31, 1955, pp. 7-33; A. Feuillet, Le Messie et sa Mère d’après le chapitre XII de l’Apocalipse, in “Rev. Bibl.”, n. 66, 1959, pp. 55-86, A. Romeo, voce “Dragone”, in “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, vol. IV, 1950, coll. 1921-1925; Id., voce “Parusia”, in “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, vol. IX, 1952, coll. 875-882.

[3] Cfr. M. Jugie, La Mort et l’Assomption de la Sainte Vierge, cit., p. 35.

[4] Cfr. A. Luis, La Realeza de Maria, Madrid, 1942; G. Green, La Realeza de Maria en los ùltimos veinte años, in «Est. Mar.», n. 1, 1951, pp. 221-251.