La legge antica e la legge evangelica secondo il concilio vaticano II e secondo la tradizione cattolica - 1a parte

Mosaismo e talmudismo

Secondo la dottrina cattolica tradizionale, riassunta e sublimata dal Dottore Comune della Chiesa San Tommaso d’Aquino, la Legge Talmudica è essenzialmente cattiva in quanto essenzialmente anticristiana, mentre la Legge Mosaica è buona, anche se imperfetta in quanto preparava al Cristo venturo.

L'ebraismo attuale è erede più del Talmud che della Legge mosaica: «se gli israeliti si fossero attenuti al mosaismo puro, se avessero avuto come libro sacro soltanto la Bibbia [senza il Talmud, ndr] si sarebbero forse fusi nella Chiesa nascente [...]. Una cosa impedì tale fusione [...] fu l’elaborazione del Talmud, il dominio e l'autorità dei dottori che insegnano una pretesa ‘tradizione’ [la Cabala spuria, ndr]. Il giudeo [...] si riparava dietro gli steccati che avevano innalzato attorno alla Legge mosaica [...] i Farisei e i talmudisti [...] deformatori del mosaismo primitivo e nemici dei Profeti» scrive l’israelita B. Lazare, (L'Antisemitisme son histoire et ses causes, Documents et temoignages, Vienne, 1969, p.14). E ancora:

 

«Il vero mosaismo avrebbe condotto al Cristianesimo, se [...] il farisaismo e il talmudismo non fossero stati là per trattenere la massa dei giudei nei legami della stretta osservanza e delle pratiche rituali strette. [...] Siccome non si poteva proscrivere ‘il Libro’ [la Bibbia, ndr], lo si diminuì, lo si rese tributario del Talmud. I dottori dichiararono: “la legge è acqua; la Michna [Talmud, ndr] è vino”» (B. Lazare, op. cit., p. 16).

Giudaismo vetero testamentario e giudaismo post cristiano

«Per il giudaismo – scrive l’ebrea convertita D. Judant – l'Antico Testamento ha conservato tutto il suo valore primitivo e, da solo, costituisce  tutta la Rivelazione. Per il Cristianesimo, invece, l'Antico Testamento corrisponde ad una tappa certo fondamentale, ma provvisoria [...] non è infatti che il prologo della Rivelazione che ha acquisito in Gesù Cristo la sua forma definitiva [...]. Occorre distinguere inoltre il giudaismo dell'Antico Testamento dal giudaismo post-cristiano. [...] Il primo, il giudaismo vetero testamentario, è una preparazione al Cristianesimo, ne costituisce la radice; il secondo invece, il giudaismo post-cristiano, dopo aver negato che Gesù Cristo è il Messia, continua a rifiutare il Messia. In questo senso vi è una netta opposizione tra il Cristianesimo e il Giudaismo attuale o talmudico [...]. La teologia d'Israele implica la teologia dell'Alleanza. Israele è per definizione il popolo dell'Alleanza [...]. Quest'Alleanza è però basata anche sulla cooperazione degli uomini [...]. Mosè riceve la Dichiarazione che contiene le “condizioni” del patto proposto da Dio. [...] L'alleanza non è incondizionata (Dt., XI, 1-28), ma è subordinata all'obbedienza di Israele: “Io vi offro [...] benedizioni e maledizioni. Benedizioni se obbedite ai comandamenti di Dio [...]. Maledizioni se disobbedite ai comandamenti di Dio” (Dt., XI, 28). [...] Dio è certamente fedele alla sua Alleanza che, però, non dipende solo da Lui perché implica anche l'obbedienza d'Israele. Non è un dono assoluto, ma è condizionata dal comportamento degli uomini [...] e Dio minaccia più volte di romperla a causa dell'infedeltà del suo popolo (Dt., XXVIII; Lv., XXVI, 14 ss.; Ier., XXVI, 4-6; Os., VII, 8; IX, 6). Come conciliare queste minacce con la promessa di un'Alleanza “eterna”? Dio ha perdonato molte volte; ma questo perdono sembra riferirsi non più a tutto Israele, ma solo ad un “piccolo resto” fedele. [...] Da parte di Dio non vi è una rottura o un mutamento del suo piano, ma un perfezionamento o sviluppo dell'Alleanza primitiva o Vecchia previsto fin dall'origine dalla prescienza divina, che darà ai giudei 'un cuore nuovo' [...]. Da una parte, l'Alleanza Nuova sembra restringersi solo ad un “piccolo resto” fedele, ma dall'altra sembra aprirsi all'umanità intera [i gentili, ndr] [...]. È infine annunziato un misterioso ‘Servo di Dio’ [...]. L'Alleanza Nuova ed Eterna personalizzata nel Servo di Dio [Nostro Signore Gesù Cristo, ndr] s'estenderà a tutti gli uomini. [...] Non si parla più di elezione di Israele. Vi sarebbe dunque rottura del piano di Dio? No! [“Ego sum Dominus et non mutor”]. [...] Sarà grazie al misterioso ‘Servo di Dio’ che si realizzerà la promessa iniziale [fatta ad Abramo], è Lui che permetterà al piano di Dio di realizzarsi malgrado le infedeltà del popolo ebreo. [...] Nella sua prescienza Dio sapeva che il popolo eletto sarebbe stato infedele e Gli avrebbe disobbedito come Adamo. Perciò tirerà un bene dal male commesso dall'uomo: Egli stesso riscatterà non solo l'infedeltà d'Israele, ma la miseria dell'umanità intera. La promessa fatta ad Abramo, rinnovata ad Isacco, a Giacobbe, e poi a David, si realizzerà in un discendente di David, Gesù Cristo. [...] Tutta la storia d'Israele sotto l'Antico Testamento converge su questo discendente di Abramo [...]. È grazie a Lui che l'Antica Alleanza sarà realizzata e diverrà Nuova ed Eterna, [...] perché l'infedeltà d'Israele sarà riscattata, ed Universale, perché sarà oramai offerta a tutta l'umanità. [...]. La maggioranza del popolo eletto è stata infedele alle condizioni del patto: [...] come mantenere allora l'Alleanza? Dio porterà a termine il suo progetto, prendendo Lui stesso la condizione di uomo. Per amore di questa miserabile umanità, incapace di essergli fedele, Dio si assumerà la missione che aveva affidato ad Israele, e sarà Dio stesso [incarnato] l'Israele fedele. E fu così che nacque dalla famiglia di David (Lc., I, 32) un uomo straordinario, vero Dio e vero uomo. [...] Il [suo] insegnamento turbò profondamente i suoi uditori. Provocò la collera di coloro che insegnavano la Legge. E Gesù mise il colmo allo scandalo dichiarando che Egli era l'“Unto del Signore”, il “Figlio di Dio” (Mt., XXVI, 63- 64). Considerando blasfeme tali parole, le autorità sacerdotali Lo condannarono a morte. [...] Il Sangue dell'Alleanza era così versato in remissione dei peccati, ed era Dio stesso che accettava il peggior supplizio per amore degli uomini, per liberarli dal peccato ed inviare lo Spirito Santo che avrebbe permesso loro di mostrarsi infine degni dell'Alleanza e di essergli fedeli. [...] I pagani erano perciò oramai chiamati anch'essi a beneficiare dell'amore di Dio fino ad allora riservato specialmente al popolo eletto. [...] Gesù aveva annunciato che suoi discepoli sarebbero stati tutti coloro i quali volevano fare la Volontà di Dio, e che questo desiderio rimpiazzava i legami della carne (Mt., XII, 14-15). E [...] condannava con veemenza una larga parte d'Israele, perché infedele a Dio. [...] Quasi tutto il popolo ebreo ha respinto l'Inviato di Dio. Gesù ne tira una conseguenza irrimediabile: “Il Regno di Dio vi sarà tolto per essere dato ad un popolo che gli farà produrre frutti” (Mt., XXI, 43). [...] Israele è ormai scisso in due parti: i giudei che hanno creduto al Cristo e coloro che lo hanno rigettato. [...] Perciò l'Alleanza non sussiste più con la razza d'Abramo, ma solo con coloro che, sotto l'influsso dello Spirito Santo, divengono spiritualmente figli di Abramo [per la Fede nel Messia Gesù] accettando di credere in Dio secondo quanto il suo Inviato ne aveva rivelato. I giudei “infedeli” sono stati rigettati; i giudei “fedeli” [cristiani] con i pagani diventati cristiani formano ora il “popolo di Dio”. […] Nostro Signore Gesù Cristo è la Pietra d'angolo, perché unisce due muri diversi, vale a dire i giudei ed i pagani […]. L'elezione d'Israele aveva quindi come fine ultimo la salvezza di tutta l'umanità, ma la venuta di Gesù Cristo era la condizione di tale salvezza. Non fu per i suoi meriti né in vista di se stesso che il popolo ebreo fu scelto da Dio, ma per preparare progressivamente la venuta di Colui che personifica l'Israele perfetto. Tale era, ‘ab æterno’, il disegno di Dio. […] In un certo modo, grazie a Gesù ed a Maria, Israele ha risposto finalmente, una volta per tutte, alla vocazione di Dio, e l'Alleanza è stata sigillata definitivamente e perfettamente […]. Si può perciò parlare indifferentemente di una sola Alleanza sviluppata, o di due Alleanze, intimamente legate l'una all'altra nella persona del Cristo [“Fecit ex utraque unum”]. Qui, ancora una volta, ci troviamo davanti ad un mistero che non possiamo penetrare pienamente (è il mistero d'iniquità d'Israele) […]. La nuova comunità [la Chiesa di Cristo, n.d.r.] è rimasta fedele alla tradizione vetero-testamentaria riconoscendo in Gesù il Cristo annunciato dai Profeti. Per i cristiani, sono i giudei ad essere stati infedeli alla tradizione dell'Antico Testamento […]. Il resto fedele (dei giudei al Cristo) è di un’importanza capitale nell'economia della salvezza. È lui che garantisce la perennità dell'Alleanza Nuova e quindi Eterna. Qualsiasi cosa possa capitare alla parte infedele del popolo ebreo, le promesse di Dio sono compiute. Tutto è realizzato nel Cristo […]. Per S. Paolo, quelli che credono al Cristo sono “l'Israele di Dio” (Gal., VI, 16). […]. “Nemici secondo il Vangelo”, gli ebrei infedeli sono in un certo modo i nemici di Dio poiché si sono opposti alla sua Volontà (Rom., II, 17-24; III, 9-20). Tuttavia in funzione dell'amore e della misericordia eterni di Dio “essi [gli ebrei] secondo l'elezione sono carissimi a Dio a causa dei loro padri”. S. Paolo non afferma in questo passaggio che il popolo ebreo in quanto tale [in quanto infedele al Cristo] resta caro a Dio: la comunità [religiosa] di quelli che hanno in gran parte disobbedito non può essere beneficiaria, in quanto comunità, dell'amor di Dio. Ma i giudei, i discendenti dei Patriarchi secondo la carne, coloro che si sono allontanati dalla comunità dell'Alleanza, restano sempre invitati ad entrarvi: “La chiamata di Dio è senza pentimento”. […] questa è l'interpretazione di Romani XI, 28-29; vi è su questo punto il consenso unanime della Tradizione patristica». (Jalons pour une théologie chrétienne d'Israël, Les Editions du Cèdre, Paris 1975, pp. 33-83, passim).

Purtroppo la dottrina del Concilio Vaticano II e del post-concilio sino a Benedetto XVI segna un’inversione di rotta rispetto alla Tradizione cattolica.

Dal Concilio a Benedetto XVI: l’Antica Alleanza mai revocata

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