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Categoria: Anno 2012

L’APOCALITTICA e il dialogo impossibile

L’Apocalittica

L’Apocalittica non è da confondersi con l’Apocalisse di San Giovanni[1]. La letteratura apocalittica è il «complesso di scritti pseudonimi giudaici sorti tra il sec. II a. C. e il sec. II d. C[2]. Essa nasce al tempo in cui l’Ellenismo pagano trionfa in Israele, e il Tempio viene profanato (168-164 a. C.). Il successo di Antioco Epifane (+164 a. C.)[3], la conquista della Giudea da parte di Roma con Pompeo (63 a. C.) e, infine, la distruzione del Tempio con Tito (70 d. C.) e della Giudea con Adriano (135 d. C.) accendono sempre più la speranza della riscossa nazionale giudaica, sotto la guida dei “falsi profeti” predetti da Gesù.

 

L’Apocalittica apocrifa[4], per rafforzare questo revanscismo nazionalistico, si serve dei Profeti canonici dell’Antico Testamento e li arricchisce di predizioni immaginifiche che descrivono il trionfo di Israele sui Pagani o non-Ebrei (gojim): «Israele sarà liberato e vendicato, e, guidato da Jahweh e dal suo Messia, si satollerà nella pace e nell’abbondanza; le 12 Tribù torneranno per imperare sulle Genti domate e calpestate»[5].

 

Il Regno “di questo mondo”

L’Apocalittica apocrifa giudaica ha un carattere eminentemente “esoterico”[6] ed è attribuita comunemente agli Esseni[7]. Monsignor Antonino Romeo scrive che essa tratta «della finale rivincita divina sulle forze del male trionfanti attualmente; della vendetta sulle Genti e della restaurazione gloriosa di Israele. […]. Il Regno di Dio riveste generalmente l’ aspetto nazionalistico-terreno: schiacciante rivincita di Israele, colmo per sempre di prosperità e di dominio»[8]. Il regno di Israele o del Messia, che s’identifica con la Nazione giudaica, “sarà di questo mondo, […], e riporterà l’Eden quaggiù. In tale concezione giudaica, la persona umana conta ben poco: Israele diventa realtà assoluta e trascendente, la redenzione è collettiva anziché individuale, anzi cosmica più che antropologica. […]. Il Messia è rappresentato come un re ed un eroe militante. […]. Mai il Messia è intravisto come redentore spirituale, espiatore dei peccati del mondo”[9]. In breve, «il tema supremo appare in funzione esclusiva della glorificazione di Israele, la ‘fede’ è l’impaziente attesa della bramata vendetta sulle Genti. L’aspirazione all’unione con Dio, l’ amore di Dio e del prossimo esulano completamente da questi scritti Apocalittici, che fomentano la passione di rivincita e di dominio mondiale. […]. Verso le Genti gli Apocalittici sono implacabili: ogni compassione per loro passerebbe per debolezza di fede. […]. I ‘veggenti’ dell’ Apocalittica infieriscono con voluttà feroce, con odio insaziabile. Le “apocalissi” assumono un posto decisivo nell’ astiosa propaganda contro le Genti; sono ordigni di guerra […]; al contrario del Vangelo (Mt. VI, 34), la religione apocalittica ha un solo cruccio e ansia: l’Avvenire […] gli Imperi delle Genti si annienteranno a vicenda finché il dominio universale non passerà a Israele»[10]. Ne consegue «il particolarismo giudaico, condannato dal Vangelo. Il più ambizioso nazionalismo vi rincara le sue pretese. Le Genti vi sono più disprezzate ed odiate che mai: il fosso tra Israele ed esse si trasforma in abisso»[11].

 

Un ostacolo al Vangelo

Secondo alcuni esegeti (J. Klausner) l’Apocalittica “funge da collegamento tra il Vecchio Testamento e il Talmud[12] e il “suo esoterismo l’ accosta alla Cabala” (Romeo /Spadafora, cit.). Tuttavia, specifica monsignor Romeo, «l’Apocalittica ha falsificato il Vecchio Testamento e, abbassando l’ ideale messianico dei Profeti, ha ostruito le vie al Vangelo, ha predisposto i Giudei a respingere Gesù. Presentando un Messia che ridona a Israele l’ indipendenza politica e gli procura il dominio universale l’Apocalittica accentuò il particolarismo nazionalistico e spinse Israele alla ribellione contro Cristo e contro Roma, quindi al disastro»[13].

 

Veri e falsi profeti

Anche monsignor Francesco Spadafora qualifica l’ Apocalittica come «odio atroce contro i Gentili, morbosa attesa della rivoluzione e della liberazione futura di Israele. All’Apocalittica si deve la formazione del più acceso nazionalismo  ebraico, che sfocerà nella ribellione all’Impero romano. Tramite essa si spiega la fiducia cieca dei Giudei per straordinarie rivincite nazionali vaticinate dai ‘falsi profeti’»[14].

L’Abate Giuseppe Ricciotti, da parte sua, scrive: «ai veri ‘Profeti’ dell’Antico Testamento erano succeduti i falsi ‘veggenti’ dell’ Apocalittica: i Rabbini, gli Scribi e i Farisei; ma l’opera di costoro non poteva sostituire adeguatamente quella dei primi. […]. Il Profeta, sotto l’azione dello Spirito Santo, era una “fonte di acque vive” (Ger. II, 13), lo scriba incanalava quelle acque facendole confluire nello stagno della casuistica. […]. I Profeti avevano parlato condizionatamente, e in particolar modo avevano annunciato le grandi promesse di Dio al popolo d’Israele in dipendenza dell’atteggiamento futuro di costui. L’Apocalittica al contrario non conosce condizioni; ciò che fu vaticinato deve avverarsi infallibilmente»[15].

 

Il Messianismo terreno e il dramma d’Israele

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[1] Y. Colombo, voce “Apocalisse”, in “Enciclopedia Italiana”, Roma, 1929-1936, II ed. 1950, vol. III, col. 654.

[2] A. Romeo, voce “Apocalittica, in “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, 1948, I vol., col. 1615.

[3] Antioco IV Epifane (175-164 a. C.) fu il re dei Seleucidi di Siria, persecutore della vera religione mosaica dell’Antico Testamento che volle trasformare in cultura ellenica. Egli depredò il Tempio di Gerusalemme ed impose sotto pena di  morte un culto idolatrico a Giove, la cui statua fu eretta dentro il Tempio in cui si trovava la presenza di Dio o “shekinah”. Fu l’“abominazione della desolazione del Luogo Santo” (Dan., IX, 27), figura di quella più terribile dell’ Anticristo finale. La Bibbia narra la sua storia nei II Libri dei Maccabei, sette fratelli che organizzarono la rivolta contro Antioco e lo sconfissero (cfr. F. Spadafora, Dizionario Biblico, Roma, Studium, III ed., 1963, pp. 34-35). I Maccabei rappresentano la lotta del vero Israele contro l’Ellenismo di Alessandro Magno (356-323 a. C.) e l’amore verso Roma, già presente nell’Antico Testamento attorno al 100 a. C. (I Macc., VIII, 1 s.). Tuttavia il nazionalismo esasperato dell’Apocalittica e del Messianismo rabbinico spinsero – tramite gli “zeloti” o “sicari” (da “sica” piccolo pugnale) – la Giudea contro Roma, che con Pompeo Magno (63 a. C.) invase la Terra Santa per giungere poi con Tito nel 70 d. C.,  alla distruzione del Tempio, privo oramai della shekinah” dopo il deicidio.

[4]Apocrifi” sono i Libri non riconosciuti dalla Chiesa come divinamente ispirati e perciò esclusi dal ‘Canone’ della S. Scrittura e non ammessi alla lettura pubblica nella Chiesa, nonostante una certa somiglianza con i “Libri canonici” o divinamente ispirati della Bibbia. Quindi il Libro apocrifo è da escludersi perché non divinamente rivelato, non ispirato e privo d’inerranza biblica. Tali libri erano per lo più messi in circolazione da sette ereticali e gnosticheggianti, che mediante essi volevano dare alla loro dottrina un certo fondamento e una qual autorevolezza (cfr. “Enciclopedia Cattolica”, voce ‘Apocrifi’, Città del Vaticano, 1948, vol. I, coll. 1627-1633). “Canonici” sono quei Libri ispirati da Dio che sono regola (“canòn”) della verità e riconosciuti dalla Chiesa come tali (cfr. S. Zarb, Il canone biblico, Roma, 1937).

[5] A. Romeo, cit., col. 1616.

[6] ID., col. 1617.

[7] Gli “Esseni” sono una setta religiosa del tempo di Gesù. Essi sorgono probabilmente al tempo dei Maccabei (dal 150 a. C. al 70 d. C.). La loro sede principale si trovava ad Engaddi, presso il Mar Morto. Essi erano ancora più esteriormente osservanti dei Farisei e vivevano in comunità (cfr. M. J. Lagrange, Le Judaisme avant Jésus-Christ, Parigi, 1931, pp. 307-330; J. Bonsirven, Le Judaisme Palestinien au temp de Jésus Christ, Parigi, 1934, I vol., pp. 63 ss.).

[8] A. Romeo, cit., col. 1617.

[9] A. Romeo, cit., col., 1618.

[10] A. Romeo, cit., col. 1619.

[11] A. Romeo, cit., col. 1620.

[12] A. Romeo, cit., col. 1624.

[13] A. Romeo, cit., col. 1624.

[14] F. Spadafora, Dizionario Biblico, III ed., 1963, Roma, Studium, voce “Apocalittica”, p. 42.

[15] G. Ricciotti voce “Apocalittica”, in “Enciclopedia Italiana”, Roma, II ed., 1950, III vol. coll. 657-658.