Anno 2011
Anno XXXVII N° 22
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Anno XXXVII N° 21
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NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DI PADRE CORNELIO FABRO (1911-1995)
Premessa
Nell’anno in corso ricorre il centesimo anniversario della nascita di padre Cornelio Fabro giustamente denominato «uno dei massimi pensatori dell’umanità» (Cf. “Instaurare omnia in Christo”, 1, Udine, 1995, p. 3)[1]. Non basterebbe un volume per illustrare la vita[2] ma, soprattutto, l’opera del pensatore in discorso; il quale, d’ora in poi, sarà citato nella forma abbreviata: F.
Anno XXXVII N° 20
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IN DIFESA DELLA VERITÀ
“ Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv. 14, 16-17)
(2a e ultima parte)
B. Il magistero pastorale come ermeneutica
• Una mentalità luterana
La rinuncia alla Verità implica che Gesù non è e non dovrà mai più essere dogmatico e con Lui la Sua Chiesa. E, presi dall’esclusiva preoccupazione di non essere più dogmatici, i novatori non vedono che, una volta scardinata l’identità assoluta, cioè dogmatica, tra Cristo e la sua Chiesa, il sapere inerente alla salvezza lasciatoci da Gesù diverrà, proprio come il pensiero empirico, puramente ipotetico e opinabile. Cosa vuol dire questo? Che a quel sapere è richiesto di aprirsi al divenire storico e, quindi, a qualsiasi contributo dottrinale, a patto che non coltivi la pretesa di essere dogmatico. Eppure non è così che ragiona Gesù, ma Lutero.
Anno XXXVII N° 19
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IN DIFESA DELLA VERITÀ
“ Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv. 14, 16-17)
(1a parte)
Il “dialogo” con una cultura morta e mortifera
L’ultima proposizione condannata dal Sillabo, la n°80, sostiene che il Romano Pontefice può e anzi deve riconciliarsi con il liberalismo, il progresso e la civiltà moderna. Il Beato Pio IX, papa di fermissima fede, infatti, non scorgeva affatto questa necessità di riconciliazione con il mondo, così viva nei moderni, dimostrando una rara perspicacia e dando prova che lo Spirito di verità (Giovanni 14,16-17) dimora solo nella Chiesa Cattolica. Già, perché la convinzione che la fede possa e anzi debba conciliarsi con la cultura del secolo e dialogare con essa è un errore. E l’errore è quello di credere che la cultura sia, in ogni caso, un valore. Ma la cultura è innanzi tutto un modo di pensare e il modo di pensare del secolo presente, non già nelle sue conseguenze o derivazioni ultime e secondarie, ma nei suoi stessi princìpi, è inaccettabile.
Anno XXXVII N° 18
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PUNTI FERMI - LA CHIESA E LA CRISI NEO-MODERNISTA
Se sia lecito parlare teologicamente e in senso stretto di “Chiesa conciliare” sostanzialmente diversa da quella cattolica
Premessa
Quando si parla di Vaticano II come dogmaticamente inaccettabile, non si intende racchiudere in tale constatazione di “rottura oggettiva con la Tradizione apostolica”[1] la responsabilità soggettiva di chi lo ha accolto in buona fede, pensando di obbedire all’Autorità né tanto meno si vuole disprezzare nessuno: “Solo Dio scruta il cuore e le reni”. Così come, quando si constata la nocività oggettiva del Novus Ordo Missae, non si vuole minimamente offendere chi pensa di celebrarlo – in buona fede – in obbedienza all’Autorità, per ignoranza incolpevole delle carenze dottrinali del Nuovo Rito. Queste carenze furono subito messe in luce nel “Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae” con la “Lettera di presentazione” dei cardinali Antonio Bacci e Alfredo Ottaviani, ove si trovano considerazioni severe sulla non ortodossia oggettiva del nuovo rito (“si allontana impressionantemente dalla dottrina cattolica sul Sacrificio della Messa qual è stata definita dal Concilio di Trento”) e si chiede al Papa di abrogarlo quale “legge nociva”.
Anno XXXVII N° 17
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INFLUSSO DEL COMUNISMO SUL MODERNISMO
«Solo un ateo può essere un buon cristiano […], solo un cristiano può essere un buon ateo»(Ernst Bloch, Ateismo e cristianesimo).
Introduzione
San Pio X ha definito il modernismo “cloaca che raccoglie tutte le eresie” (Pascendi, 1907) e “setta segreta” (Sacrorum Antistitum, 1910). Abbiamo già visto l’influsso che hanno avuto sul modernismo sociale il liberalismo, lo gnosticismo e l’ esoterismo cabalistico, l’influsso della filosofia moderna sul modernismo classico condannato da papa Sarto e della filosofia nichilistica sul neo-modernismo o nouvelle théologie condannata da Pio XII (Humani generis, 1950). Vediamo ora quale influsso ha avuto il comunismo sul modernismo sociale (“Democrazia cristiana”) e il post-comunismo sul neo-modernismo (“teologia della liberazione”).