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Categoria: Anno 2010

ABBATTERE I “BESTIONI”

«L’essere dell’uomo consiste nel vivere secondo ragione. Perciò, quando uno si attiene a ciò che è conforme alla ragione, allora si dice che si contiene in se stesso» (S. Th., II-II, q. 155, a. 1, ad 2).

«È stato il cristianesimo a separare la religione dall’erotismo che, non a caso, ritorna puntualmente in tutte le forme eretiche e oggi è il momento in cui tutte le eresie sembrano darsi convegno» (A. Del Noce, L’erotismo alla conquista della società, in Aa. Vv, Via libera alla pornografia?, Firenze, Vallecchi, 1970, p. 47).

Premessa

Nel 1952 Hans Urs von Balthasar, il “neo-teologo” dell’«inferno vuoto» e della conversione e riabilitazione finale dei dannati e anche del diavolo (cfr. sì sì no no, 31 marzo 2010, pp.5-6), tristemente famoso anche per il suo rapporto affettivo-sentimentale, non proprio limpido, con la falsa mistica Adrienne von Speyr1 (v. sì sì no no, 15 ottobre 1992, p, 7), scrisse un libro intitolato “Abbattere i bastioni”, ossia abbattere le frontiere o i bunker che la Chiesa aveva eretto tra sé e il mondo moderno caratterizzato dal soggettivismo filosofico (Cartesio), religioso (Lutero) e politico (Rousseau). Purtroppo tale apertura mentale al mondo moderno, inteso come categoria filosofico-religiosa e non cronologico-temporale, e di “disponibilità pratica comportamentale e sessuale” è penetrata all’interno del Concilio Vaticano II (v. i casi cui accenniamo in nota di Teilhard de Chardin2, Jean Daniélou3, Karl Rahner4, Edward Schillebeeckx5) ed ha prodotto un panteismo (v. sì sì no no, agosto 2010, pp. 1ss.) di marca evoluzionistico-ascendente o teilhardiana, materialista e sensualista. I frutti sono stati disastrosi, a detta dello stesso Paolo VI, che lamentò una “auto-demolizione della Chiesa” e l’infiltrazione del “fumo di satana” nel Tempio di Dio, anche se non solo non fece nulla per cacciarlo fuori, ma si intestardì nell’ applicazione del Vaticano II e soprattutto della Riforma liturgica del 1970, che tanti mali ha causato nella Chiesa.

Le ultime vicende (luglio 2010) dell’episcopato belga, inquisito dalla magistratura, e le sconcertanti tesi pro-pedofilia sostenute nel “Catechismo belga” del 19846, corredato con tanto di disegni inverecondi, redatto e promulgato sotto la supervisione della Conferenza episcopale belga presieduta dal cardinal Danneels, e non bocciato dalla “Congregazione per la dottrina della fede”, ci invitano a riflettere - senza falsi moralismi o pettegolezzi - sulla radice di tanti mali teorico-pratici, e a cercare una terapia che possa guarirli. Infatti la Chiesa non può non avere le energie interne che le consentano di rigenerarsi perché Gesù Le ha promesso: “Ecco Io sto con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”.

Se “il frutto è cattivo” significa che “l’albero è cattivo”, secondo l’insegnamento del Vangelo. Ora i frutti del Concilio e postconcilio si sono rivelati non solo cattivi, ma, col passar del tempo, addirittura marci. Quindi occorre “abbattere i bestioni” (Balthasar, Daniélou, de Lubac, per citare quelli più “conservatori” della rivista “Communio”) che hanno elaborato la teologia dommatico-morale conciliare e la liturgia post-conciliare, la quale ha abbattuto i “bastioni”o i bunker che proteggevano la Chiesa e le anime dei fedeli dagli errori della modernità e post-modernità.

L’ultima proposizione del Sillabo di Pio IX condannava l’opinione secondo cui “il Papa può e deve venire a patti col mondo moderno, il progresso [all’infinito] e il liberalismo”. Il Vaticano II, invece, ha voluto dialogare con i paladini della modernità, del progressismo e del liberalismo, però non solo non è riuscita a convertirli, ma si è fatta convertire da loro, che continuano ad odiare la Chiesa e non la temono più. Siccome “le azioni sono dei soggetti”, se non si combattono gli eretici non si possono estirpare le eresie, che non esisterebbero senza soggetti o uomini eterodossi. La frase roncalliana “bisogna combattere l’errore ma non l’errante” è erronea; la sana filosofia e teologia morale hanno sempre insegnato a combattere “l’errante in quanto errante” e a pregare per lui “in quanto uomo” suscettibile di redenzione.

Le radici della rivoluzione nella Chiesa

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