Anno 2009
Anno XXXV n. 12
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VON BALTHASAR: LA “TERZA VIA”.
Tra “ortodossia” e “ultra-progressismo”
I “maestri”. Formazione
Hans Urs von Balthasar nacque a Lucerna, in Svizzera, il 12 agosto 1905. Nel 1929 entrò nella Compagnia di Gesù, studiò teologia a Fourvière-Lione, dove ebbe come maestro de Lubac e come confratello e condiscepolo Jean Daniélou. Essi lo iniziarono alla patristica in funzione anti-scolastica (definirà l’insegnamento del tomismo come «un’agonia nel deserto della neoscolastica» (E. Guerriero, Hans Urs von Balthasar, Cinisello Balsamo, Ed. Paoline, 1991, p. 34) e lo iniziarono alla teologia della storia, che storicizzando il dogma lo relativizza e soggettivizza (cfr. “sì sì no no”, Ratzinger un enigma risolto, 15 marzo 2009 pp.1 ss.).
Anno XXXV n. 11
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L’ASPETTO ERETICO
DELL’IDEALISMO
Nell’attuale panorama della teologia cattolica, percorsa da influssi culturali che in vario modo la deformano, un posto di primo piano va all’influsso dell’idealismo, che alcuni osano falsamente presentare come il frutto più maturo del cristianesimo e del rinnovamento della teologia promosso dal Concilio Vaticano II. Occorre invece tener presente che l’idealismo è incompatibile con la fede cattolica. È questo l’assunto che ci proponiamo di dimostrare nel presente articolo.
Anno XXXV n. 10
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Il Mistero della Chiesa
Grande è la crisi che travaglia la Chiesa ad opera di uomini di Chiesa, specialmente della Gerarchia e persino del Papa come dottore privato o anche come Papa, quando non è infallibilmente assistito.
Ultimamente, di fronte ad alcune affermazioni di Benedetto XVI, dei fedeli si sono sentiti ancor maggiormente smarriti, poiché avevano riposta in lui qualche speranza (“Motu proprio”, “remissione scomunica”). Qualcuno si lascia tentare persino dalla sfiducia nella Chiesa, come se fosse morta, e propone addirittura il libero pensiero o la terza era gioachimita dello Spirito Santo, che dovrebbe rimpiazzare il Papa e la Chiesa petrina.
Riproponiamo per questi smarriti le certezze della Fede.
Anno XXXV n. 9
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MODERNISMO E GIUDAISMO
Premessa: una “manovra” annunciata
Nel numero di agosto 1985 sì sì no no (pp. 1 ss.) denunziò un’ «offensiva comune per giudaizzare la fede cattolica». Il 24-25 giugno di quell’anno, infatti, L’Osservatore Romano aveva pubblicato il documento “Sussidi per una corretta presentazione dell’Ebraismo” curato dalla Commissione per i rapporti con l’Ebraismo, presieduta dal Card. Willebrands d’infelice memoria. Quel vergognoso documento giungeva fino a negare la storicità dei nostri santi Evangeli per poter tessere l’apologia dei… Farisei! Per di più, la sua pubblicazione su L’ Osservatore Romano era accompagnata da un articolo di Prospero Grech, allora docente alla Lateranense, dal titolo “Educare una nuova generazione”.
Anno XXXV n. 8
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LO “SPIRITO” E LA “LETTERA” DEGLI ESERCIZI DI SANT’IGNAZIO
Premessa
Gli Esercizi spirituali di Sant’ Ignazio, come già detto, sono l’ antidoto per eccellenza contro il modernismo ascetico, purché se ne colga lo “spirito” e non ci si arresti alla “lettera”.
Come fare per insegnare all’ esercitante qual è lo “spirito”, la dottrina o la filosofia che soggiace alle meditazioni degli Esercizi ignaziani, di modo che egli possa percorrere il cammino che al Maestro degli Esercizi fu rivelato dalla Madonna nella grotta di Manresa e lo condusse sino alla santità? Non è una questione oziosa o puramente speculativa, ma è di capitale importanza, affinché l’esercitante possa trarre tutti i frutti dagli Esercizi.
Anno XXXV n. 7
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Il modernismo ascetico o americanismo
La disistima o disprezzo della vita interiore in genere e della direzione spirituale in particolare è proprio del modernismo ascetico o americanismo, il quale svaluta le virtù dette passive (umiltà, ubbidienza, mortificazione, raccoglimento, vita interiore), per dare il primato a quelle attive (spirito d’iniziativa, di organizzazione, di presenzialismo ecc.).
Dom Giovanni Battista Chautard, nato nel 1852 e morto nel 1935, è l’autore di un capolavoro della letteratura di teologia ascetica e mistica: L’anima di ogni apostolato. La sostanza di tale libro è che la santità, la vita interiore e la contemplazione sono l’anima della vita apostolica.
L’Autore combatte i due opposti errori: